Una cosa è certa, se volessimo parlare di tutti gli scandali, le furbate, le idiozie, i sensi e i controsensi di questo governo di coltivatori di banane, occorrerebbero mesi e pagine su pagine di parole. Saremmo costretti, insomma, ad usare lo stesso strumento della gang padano-brianzola-ligure-veneta-piemontese che del mercimonio delle parole ha fatto, e sta facendo, largo uso. I magistrati di Perugia e di Firenze, tanto per dimostrare che le loro non sono teorie da toghe rosse, hanno chiesto una rogatoria estera rivolgendosi a una banca, la Unicredito Luxemburg, dove sembra siano transitati e giacciano un bel po’ di fondi neri, qualcuno di provenienza Unione Europea così, tanto per gradire. Il libro mastro di Anemone si sta rivelando una specie di mappa del tesoro con su scritti anche i nomi e cognomi dei pirati che vi possono accedere. A capo della ciurma c’è Verdini il nostromo che, benda sull’occhio sinistro e pappagallo in spalla, non ha la mentalità per dimettersi ma per abbordare sì, cosa non si sa però lui abborda. Berlusconi, che da qualche tempo teme nuovi colpi di coda giudiziari tanto da essersi proposto come “paladino della legalità” (a Rebibbia stanno ancora ridendo), aveva pensato a Emma Marcegaglia come sostituta naturale dello gnorri Scajola, quello a cui acquistano case senza che se ne accorga, ma la presidente di Confindustria ha risposto di no, se lo abbia fatto cortesemente o meno non è dato di sapere. Ma per Berlusconi non è finita qui. Rendendosi conto che i tupamaros di Fini non gli lasciano dormire sonni tranquilli a causa dei blitz che potrebbero compiere in ogni momento, sta pensando seriamente di rivolgersi al “signore del governo di salute pubblica” per metterci una pezza e consolidare una maggioranza che gli scandali, qualora ce ne fosse bisogno, stanno ulteriormente delegittimando. L’eventuale ingresso di Casini nella compagine governativa (“devo però chiedere il permesso a Bossi”, ha detto il Nano), lo metterebbe al riparo dagli eventuali colpi di testa dei finiani, soprattutto perché tra le fila dell’Udc c’è sempre quel Totò Cuffaro che uomo d’onore certificato è, e lui nenti vitti, nenti fici, nenti sacciu salvo dimenticare l’altro detto della sua terra che dice: nenti fari ca nenti si sapi (amici siciliani scusatemi). Ultima, ma non ultima, sembra che il ministro Sandro Bondi (SB come il Capo), a Cannes non sia stato affatto invitato. Sembra anche che Thierry Fremaux, il direttore artistico del Festival francese, abbia detto che sarebbe stato contento se fosse andato ma che da Cannes non è partito alcun invito. Sembra, insomma, che il ministro Bondi si sia inventato tutto pur di dire la sua su Draquila di Sabina Guzzanti. Non potendo giudicarlo dal punto di vista artistico, visto che di cinema Bondi non capisce una mazza essendosi fermato al suo quasi omonimo Boldi, l’ha buttata in politica per tentare di demolirlo. Il risultato della sua intemerata è che Draquila, insieme a Robin Hood, è in testa al box-office dei film appena usciti. Continuiamo a vivere una vita squallida, senza fantasia, senza poesia e senza vedere film e leggere libri. Gnazio, c’è un Suv che ti aspetta.
Magazine Cultura
Ma a Cannes, Bondi lo hanno invitato o no?
Creato il 16 maggio 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Una cosa è certa, se volessimo parlare di tutti gli scandali, le furbate, le idiozie, i sensi e i controsensi di questo governo di coltivatori di banane, occorrerebbero mesi e pagine su pagine di parole. Saremmo costretti, insomma, ad usare lo stesso strumento della gang padano-brianzola-ligure-veneta-piemontese che del mercimonio delle parole ha fatto, e sta facendo, largo uso. I magistrati di Perugia e di Firenze, tanto per dimostrare che le loro non sono teorie da toghe rosse, hanno chiesto una rogatoria estera rivolgendosi a una banca, la Unicredito Luxemburg, dove sembra siano transitati e giacciano un bel po’ di fondi neri, qualcuno di provenienza Unione Europea così, tanto per gradire. Il libro mastro di Anemone si sta rivelando una specie di mappa del tesoro con su scritti anche i nomi e cognomi dei pirati che vi possono accedere. A capo della ciurma c’è Verdini il nostromo che, benda sull’occhio sinistro e pappagallo in spalla, non ha la mentalità per dimettersi ma per abbordare sì, cosa non si sa però lui abborda. Berlusconi, che da qualche tempo teme nuovi colpi di coda giudiziari tanto da essersi proposto come “paladino della legalità” (a Rebibbia stanno ancora ridendo), aveva pensato a Emma Marcegaglia come sostituta naturale dello gnorri Scajola, quello a cui acquistano case senza che se ne accorga, ma la presidente di Confindustria ha risposto di no, se lo abbia fatto cortesemente o meno non è dato di sapere. Ma per Berlusconi non è finita qui. Rendendosi conto che i tupamaros di Fini non gli lasciano dormire sonni tranquilli a causa dei blitz che potrebbero compiere in ogni momento, sta pensando seriamente di rivolgersi al “signore del governo di salute pubblica” per metterci una pezza e consolidare una maggioranza che gli scandali, qualora ce ne fosse bisogno, stanno ulteriormente delegittimando. L’eventuale ingresso di Casini nella compagine governativa (“devo però chiedere il permesso a Bossi”, ha detto il Nano), lo metterebbe al riparo dagli eventuali colpi di testa dei finiani, soprattutto perché tra le fila dell’Udc c’è sempre quel Totò Cuffaro che uomo d’onore certificato è, e lui nenti vitti, nenti fici, nenti sacciu salvo dimenticare l’altro detto della sua terra che dice: nenti fari ca nenti si sapi (amici siciliani scusatemi). Ultima, ma non ultima, sembra che il ministro Sandro Bondi (SB come il Capo), a Cannes non sia stato affatto invitato. Sembra anche che Thierry Fremaux, il direttore artistico del Festival francese, abbia detto che sarebbe stato contento se fosse andato ma che da Cannes non è partito alcun invito. Sembra, insomma, che il ministro Bondi si sia inventato tutto pur di dire la sua su Draquila di Sabina Guzzanti. Non potendo giudicarlo dal punto di vista artistico, visto che di cinema Bondi non capisce una mazza essendosi fermato al suo quasi omonimo Boldi, l’ha buttata in politica per tentare di demolirlo. Il risultato della sua intemerata è che Draquila, insieme a Robin Hood, è in testa al box-office dei film appena usciti. Continuiamo a vivere una vita squallida, senza fantasia, senza poesia e senza vedere film e leggere libri. Gnazio, c’è un Suv che ti aspetta.
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