ma-anchismo

Creato il 17 dicembre 2012 da Gaia

Ieri sera ho visto l’ultima puntata di Report, principalmente dedicata alla malagestione dell’Eni, e ho percepito un’implicita impostazione nazionalista che non mi è piaciuta per niente. Riassumendo: nella prima parte si sosteneva che gli italiani devono avere tutto il carburante di cui hanno bisogno, pagandolo poco e ottenendo buoni accordi coi fornitori. Gli automobilisti e le aziende devono consumarne a piacere, perché l’economia deve ripartire. Nella seconda parte, però, si denunciavano l’inquinamento e i danni all’agricoltura di un impianto di estrazione in Basilicata. La potabilità dell’acqua della zona è a rischio e una geologa intervistata diceva: il petrolio non vale quanto l’acqua. Benissimo: ma nella trasmissione non veniva suggerito che gli italiani dovessero cercare strade per ridurre la dipendenza dal petrolio, tanto più che siamo un paese povero di idrocarburi che importiamo dall’estero, e tanto più ancora che il consumo di idrocarburi oltre a costare inquina l’aria e causa tutta una serie di problemi – no, si diceva che non va bene estrarre in Basilicata perché la gente soffre e si arrabbia, però del resto del mondo – vedi Delta del Niger, dove l’estrazione fa danni devastanti e distrugge la vita delle persone, chi se ne frega. Questo genere di implicita incoerenza è il motivo per cui penso che non si possa essere per la tutela dell’ambiente, e non per la decrescita, perchè altrimenti si incappa in ipocrisie e contraddizioni. A meno di non accettare che la tutela del proprio ambiente costi l’ambiente degli altri ed enormi disuguaglianze globali. Decidiamoci.

Dopo Report ho visitato il sito di Umberto Ambrosoli, vincitore delle primarie del centrosinistra in Lombardia. Ho dovuto controllare più volte che avesse effettivamente vinto lui, perché non riuscivo a credere che un uomo con un non-programma simile, che si esprime come le caricature di Crozza dei dirigenti del Pd (che parlano per negazioni e figure retoriche e non dicono nulla) e che sembra non aver nemmeno riletto i punti programmatici per verificare che non ci fossero errori prima di pubblicarli sul suo sito, avesse preso quasi il 60% di voti. Leggete le sue proposte: parole in libertà, senza contenuti chiari e senza proposte comprensibili. Sembra che temporeggi sui temi scottanti prima ancora di venire eletto e di trovarsi nella posizione di doversi giustificare per qualcosa! Uno svarione particolarmente epico è quando dice “quando noi ad esempio parliamo di trasporto su ruota, bè questo per molti è una scelta di comodità; per tanti no, ma per molti è una scelta di comodità, e è una scelta che produce degli effetti. Questo genere di cultura va portato, un genere di cultura di consapevolezza delle conseguenze del proprio operato, va portato però con forza anche nel mercato delle imprese”. Eeeehhh? Cos’ha Ambrosoli contro le ruote? Anche quelle dei treni (forse non si è accorto che ci sono)? Bisogna andare a cavallo? E cos’è il mercato delle imprese?? Dove si vendono e si comprano imprese? E come ci porti ‘questo genere di cultura’?
Per non parlare della saccenza della penna fra le dita, o del tizio che fa il gesto dell’ombrello dietro di lui o di quella specie di Peppone a colori, sempre dietro di lui, che non si capisce se sia una vera persona lì per un motivo, o un’allegoria di qualcosa.
Scusate se infierisco, ma mi chiedo: davvero si può venire scelti a larga maggioranza come candidati del centro sinistra presentandosi con tanta ambiguità e sciatteria? Mi sembrava più chiaro e concreto il programma di Andrea Di Stefano, direttore della rivista Valori, ma il mio livello di approfondimento si ferma qui.
Chiarezza, a me piace la chiarezza: dì cosa vuoi e cosa no. Non c’è niente di male a schierarsi.


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