La Banca d’Italia dà una sonora strigliata a Renzi. In modo garbato ma esplicito fa capire al premier che i giochetti di marketing, la cortina fumogena delle promesse non riescono a nascondere una situazione economica che resta grave e con prospettive a breve termine tutt’altro che confortanti. E soprattutto che la Nota di aggiornamento del Def (il Documento di economia e finanza) contiene una sovrastima dell’andamento del Pil nei prossimi mesi e mette in conto il risultato del calo dello spread ancora tutto da verificare.
Intervenendo in audizione in Commissione Bilancio della Camera, il vice direttore generale dell’Istituto di via Nazionale, Federico Signorini, rimette in riga Renzi. Innanzitutto dice che «le previsioni macroeconomiche contenute nella nota di aggiornamento del Def pur se nel complesso condivisibili, presentano rilevanti rischi al ribasso». Questo perché «nel terzo trimestre il Pil potrebbe aver segnato un’ulteriore flessione». Non solo. «Mentre la spesa delle famiglie è in lieve crescita, le esportazioni ristagnano e le prospettive per l’accumulazione di capitale sono divenute meno favorevoli».
A Renzi dice di non illudersi che la crescita possa essere trainata dal calo dello spread, ovvero da una minore spesa per interessi. Signorini dice chiaro e tondo che «l’evoluzione futura dei rendimenti, legata all’andamento dei mercati finanziari e dell’economia globale presenta ampi margini di incertezza». E ricorda al premier che «dipenderà anche dalla credibilità dell’azione di risanamento e di riforma».
Renzi non deve dare per scontato neppure il via libera di Bruxelles al rinvio del pareggio di bilancio. Molto dipenderà dalla capacità di realizzare quella ricetta anti crisi che la Banca d’Italia sollecita da tempo. Ovvero «ridurre la spesa pubblica, diminuire gli sprechi, privilegiare le spese in infrastrutture e abbassare il peso della tassazione».
Il rinvio del pareggio di bilancio peraltro avrebbe un senso se accompagnato dalle riforme. «Il maggiore accumulo di debito pubblico, si giustifica solo se i margini di manovra che consente sono utilizzati per rilanciare la crescita».
La Banca d’Italia ricorda a Renzi che nelle regole di bilancio, «vi sono margini di flessibilità che possono essere con attenzione sfruttati ma è necessario non fare passi indietro nei progressi fin qui raggiunti nell’aggiustamento dei conti pubblici, che deve proseguire».
Un aiuto al consolidamento del bilancio può venire dalle privatizzazioni che, pur presenti nell’agenda di Renzi, hanno subito una battuta d’arresto mentre decono «procedere con decisione e speditamente». Signorini ha ricordato che ad aprile si prevedevano 2014 privatizzazioni in linea con quello del 2015-2018 (0,7% del pil), stima ora ridotta allo 0,28%.
Quanto al Jobs Act Signorini ha precisato che «sugli ammortizzatori sociali andrà chiarita l’entità delle risorse, considerando che nell’attuale fase il sistema potrebbe non essere in grado di autofinanziarsi». Una doccia fredda è arrivata anche dall’Istat che stima una riduzione del Pil dello 0,3% per il 2014. L’economia calerà ancora dello 0,1% nel terzo trimestre per segnare un +0,1% nel quarto.
Laura Della Pasqua
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