Emma Marcegaglia, presidente degli industriali, ha attaccato il governo. Per risolvere la crisi non siamo andati meglio degli altri. E la pazienza degli imprenditori è alla fine. Il più colpito sarà stato Piero Ostellino avendo pubblicato sul CorSera l'elogio della globalizzazione, con fulmini contro Rousseau e Marx: in 20 anni la povertà del mondo si è ridotta del 20%, ed i borghesi si sono triplicati nei Paesi in via di sviluppo. Come al solito chi è rimasto povero è un fesso. Deve pensarla così pure la regina Elisabetta II: nel 2004 a corto di soldi per le sue finanze, fece richiesta di sussidio ad un fondo riservato ai meno abbienti.
Ostellino da gran liberale ammette che in giro si muore ancora di fame. Se però i disgraziati del Terzo Mondo hanno la pazienza di attendere il corso di capitalismo, mercato e globalizzazione (e
se tacciono i nemici di tali sistemi) qualcun altro si salverà. Non poteva aggiungere il buon Ostellino, e lo facciamo noi, che la pazienza dei moribondi d'Africa è infinita, rispetto a quella di
cui ha parlato la signora Marcegaglia. La quale se la prende con il governo, come se ci fosse Romano Prodi. A Palazzo Chigi c'è uno di loro. Lo sanno?
Il mite ambasciatore Sergio Romano dal CorSera accusa di tutti i nostri mali l'intero Paese, sempre pronto alla violenza quando parla, e poi moderato entro le mura di casa per fare i propri
affari. Barbara Spinelli sulla Stampa in contemporanea conclude: "Gli italiani sono meno colpevoli di quanto si creda". Sono mal informati, aggiunge a ragione.
Se vogliamo leggere articoli economici credibili, dobbiamo rivolgerci a cronisti che lavorano all'estero. Francesco Guerrera del Financial Times di Nuova York ha spiegato sulla Stampa che la
tragedia americana è nascosta dalle cifre fornite dal governo Usa. Senza occupazione, ha scritto, i consumatori non consumano e le imprese non producono.
Se lo osserva un cronista dall'Italia, l'accusano di essere un marxista. I fatti sono questi: da noi la disoccupazione sale all'8,5% (a casa un giovane su tre, titola il sito
"redattoresociale.it"), mentre la spesa pubblica per l'istruzione ci fa sfigurare a livello europeo, nel posto n. 21 su 27. Per essere riavviato al lavoro dopo la carica europea, il ministro
Frattini intanto percepisce ancora da Bruxelles 11 mila euro al mese. Non possiamo commentare con toni urlati per non dispiacere a Sergio Romano. Sottovoce ricordiamo una canzonetta: ma che colpa
abbiamo noi? ["il Ponte", Rimini, 3.10.2010]