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Ma che "davero"?!

Creato il 08 dicembre 2012 da Paradisiartificiali

Ma che Avrete notato spero, che la testata del blog è cambiata, alle sinuose acrobazie di Steve Rogers disegnate dal buon Steranko, sono susseguite un  mix di copertine di comics con la tematica inerente al Natale.Ormai manca poco, oggi poi l'otto dicembre, festa di non so quale santo particolare, è un giorno speciale perchè di solito oggi è il giorno in cui le case si addobbano per le prossime feste, chi fa l'albero chi fa il presepe, chi entrambi, io sono alberista più che presepista, cosa strana per un napoletano è vero, ma che ci volete fare, preferisco l'abete (finto) alle montagne ed alle grotte di sughero. in verità le amavo le grotte di sughero, i pastori, le pecorelle, la fontana, il laghetto ed il fuimiciattolo con l'acqua vera...ma è mio papà quello buono a fare ste cose. E fumettopenìa che fa? Beh l'addobbo l'ho fatto, è quassù, però in più ho pensato di farvi un piccolissimo regalo, potrete vedervelo a fondo pagina ...fermi dove andate?E un'attimo Cristo! Ecco, me dovete far sempre sbroccà, accidenti a voi. Prima leggete la recensione di Federico Strazzari, altra vecchia conoscenza di FDC.
Fede parla veramente poco ma quando parla...
Dice di essersi letto Davvero, un fumetto made in Italy della Barbato, una delle scrittrici in seno alla Bonelli su Dylan Dog, (qui però siamo in casa Star Comics) e deve essergli piacuito proprio tanto se si è ritagliato un angolo dalla sua routine e parlarcene qui su Fumettopenìa!Stiamolo a sentire, silenzio li in fondo che cominciamo...aò sempre voi siete a fà caciara, guardate che io prima o poi vi divido!Ma che
E’ veramente un caso fortuito che, lasciando per una volta il mio piccolo, angusto, ma confortante mondo degli eroi in calzamaglia, mi sia imbattuto in un fumetto come questo. L’albo mi ha attratto irresistibilmente dallo scaffale della fumetteria come un predestinato, e non appena l’ho avuto tra le mani, vi ho immediatamente scovato diversi elementi assai accattivanti.Innanzitutto non è facile trovare una serie “bonellide” di ambientazione strettamente realista; non sono un esperto, ma al momento non me ne vengono in mente altre (a parte, forse, “Julia”, sebbene sia completamente diversa per tematiche e caratteristiche). Un altro aspetto che mi ha colpito subito è la straordinaria qualità dei disegni (opera di un, per me, sconosciuto Walter Del Trono): e anche questo è un elemento non comune per questo tipo di collana, specie quelle non “originali” Bonelli doc.Ho poi scoperto che l’autrice Paola Barbato è una degli autori di punta di Dylan Dog (sono uno dei pochissimi fumettofili italiani a non essere un fan dell’indagatore dell’incubo) e che il suo “Davvero” era già ampiamente diffuso nel web, ambito in cui l’idea è nata e si è sviluppata, arrivando al momento in cui scrivo alla puntata n.70. Ma perché tutti questi preamboli? perché tutte queste attenzioni? ma perché “Davvero” mi è piaciuto. Mi è piaciuto veramente un sacco.Ma che La cosa strana è che sono sempre stato piuttosto scettico nei confronti del realismo nei fumetti e nella letteratura in generale. E’ un terreno molto scivoloso, in cui è facile cadere nel documentarismo o, al contrario, di affossare il lettore nella noia, a causa di personaggi “macchiette” poco credibili e/o di vicende banali e scontate. La mia stessa scelta di dedicarmi quasi in toto ai super-eroi è una conseguenza di questa mia originaria diffidenza…Cosa c’è, allora, di diverso in “Davvero”? non è facile capirlo: probabilmente è il fatto che Martina, la protagonista, e tutti i comprimari sono personaggi “veri”, e per “veri” intendo verosimili. La cosa che mi attrae, che mi ha sempre attratto quando approccio un’opera letteraria, è osservare il comportamento dei personaggi di fronte alle vicende in cui l’autore li fa incappare. E’ un interesse morboso, il mio, ed è parte fondamentale di quel meccanismo di identificazione che ti fa innamorare della storia che stai leggendo, che non ti fa staccare gli occhi dalle pagine finché non ti si chiudono dalla stanchezza..Ma che La cosa importante, quindi, per me non è tanto il “genere” di fumetto: fantastico, super-eroistico, di guerra ecc., bensì la verosimiglianza delle situazioni, dei comportamenti, che siano originati dall’attacco di un mostro venuto dallo spazio, o di fronte all’angoscia di dover affrontare un esame la mattina dopo. Ha scarsa importanza, in fondo: quello che conta è: come farei io? e come sta facendo, invece, lui/lei?Ecco, io credo che in “Davvero” questi meccanismi siano scandagliati con grande profondità e, insieme, con grande leggerezza, con tocco morbido e rispettoso, senza concedere nulla alla spettacolarizzazione e senza scivolare mai nel banale.Oltre a questo, c’è una grande cura per le ambientazioni: una Milano variegata tra hotel di lusso, campus universitari e squallidi appartamenti stipati di varia umanità. Una cornice viva e vibrante per un dipinto che riempie e appassiona.Che altro aggiungere? solo che sono proprio contento di essere uscito per un attimo dal mio loculo pieno zeppo di super-eroi e aver preso una salutare, fresca e profonda boccata d’aria. Non vedo l’ora che esca il numero 2…
Federico Strazzari
Buon Natale!

Fumettopenià vi ringrazia per le quasi 9000 visite dalla sua nascita in Agosto, e vi fa un regalino, qui sotto c'è un pacco regalo per voi, il link vi manderà al mio profilo Issu, in cui vi ho preparato le scansioni di una delle più dolci storie di Natale mai scritte in casa Marvel, storia e matite sono di J.Byrne, ed in Italia fu pubblicata molti anni fa sulla gloriosa Star Magazine. Prendetelo, virtualmente parlando ovvio e mettetevelo sotto l'albero questo è il mio pensierino per voi, e poi non dite che non vi voglio bene.
Baci ai Pupi!

Ma che


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