Ma chi ha mai detto che gli attentati fanno crollare le Borse, tutt’altro! E’ vero esattamente il contrario. Centotrenta morti a Parigi rendono euforica Wall Street, i listini americani tornano a salire come non si vedeva da tempo, si compra a piene mani ed a quegli sprovveduti che vendono temendo il peggio non resta altro che rammaricarsi per la scelta.
Bisogna vendere prima degli attentati … NON DOPO!!!
Dopo … bisogna comprare! Perché gli attentati fanno bene all’economia, certo! Gli Stati spendono di più (lasciamo perdere in che cosa), e nessuno ha il coraggio di parlare di “austerity”.
Parlare di “austerità” quando siamo sotto attacco??? Quando i terroristi ci sparano addosso??? Saremo mica pazzi!
Quando salgono sulla scena i terroristi scompaiono tutti i discorsi sull’eccesso di debito, le politiche di rigore perdono di significato, il pareggio di bilancio diventa una bestemmia, insomma tutte le cose che frenano i mercati in un attimo vengono spazzate via e non ci resta che vedere crescere le Borse.
Comprare, comprare, comprare, fino all’ultimo secondo. Che bello finire sul massimo di seduta quando si era capito già cinque ore prima che sarebbe andata a finire così.
Ed in queste occasioni è anche estremamente divertente leggere i commenti degli “analisti” che all’apertura titolano “Borse deboli, pesano gli attacchi terroristici di Parigi” ed alla chiusura (sempre le stesse persone, naturalmente) titolano “Le Borse non si fanno influenzare dagli attacchi terroristici”. E non mancano pure di sottolineare che i terroristi “non freneranno la crescita” (ma quale crescita?), e gli investitori (ma quali investitori?) non si fanno influenzare dall’emotività, ma guardano più in là.
Insomma la finanza è proprio bella perché si può dire una cosa e qualche ora dopo l’esatto contrario senza che nessuno ti rimprovererà la mancanza di coerenza. Si possono fare capovolgimenti a 360 gradi, senza provare imbarazzo.
Ed invece, a parte l’ironia, la finanza è proprio bella perché ti dà la chiave per capire perché succedono alcune cose, anche quelle più crudeli e atroci.
Lo S&P500 nelle ultime otto sedute prima di quella odierna aveva incamerato sette ribassi, scendendo del 4,11% ed oggi, proprio quanto tutti pensavano ad un crollo delle Borse, ecco che invece ha recuperato un punto e mezzo.
Come possiamo ringraziare per questo mezzo miracolo?
Semplice …
Pray for Paris
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro
P.S. Capisco che per molti il titolo dell’articolo possa risultare “forte” e per alcuni anche provocatorio, trovo perciò doveroso sottolineare come l’allocuzione “le Borse festeggiano” sia frequentemente usata per indicare la risposta che hanno avuto i listini azionari alla diffusione di una certa notizia.
Come sia andata ieri la seduta di Borsa a Wall Street è noto a tutti, basta guardare il grafico di un qualsiasi indice americano, e dato che sempre nella giornata di ieri non è stato comunicato alcun dato economico, certamente l’andamento dei mercati azionari è stato guidato dall’unica notizia che monopolizzava tutti i notiziari del mondo.
Ho voluto sottolineare quindi come a volte (o spesso) gli “operatori finanziari” siano cinici.
A tal proposito basterà ricordare come non sia infrequente assistere ad un vero e proprio boom delle quotazioni di un titolo nel giorno in cui viene data la notizia dell’improvvisa morte dell’Amministratore delegato o del titolare di quella azienda.