Leggo con amarezza ma non stupore, che ci sono decine di donne che scrivono lettere d’amore a Salvatore Parolisi che siede in carcere perché sospettato di avere orrendamente ucciso la propria moglie.
D’altra parte non è il primo caso, migliaia di persone scrivono a imputati e carcerati eccellenti, arrivando anche a sposarli.
Che cosa scatta nella mente di queste persone? Voglia di protagonismo? Ricerca dell’orrido? Come una persona mentalmente sana, può cercare volontariamente il contatto con una persona che siede in cella?
E nel caso di questo Parolisi? La vicenda di per se’ tristissima e sconvolgente, se l’accusato, fosse veramente colpevole, vorrebbero ricevere una lettera di risposta da un potenziale feroce e freddo assassino? Ma non gli tremano i polsi al solo pensiero?
Come si fa a scrivere “ti voglio bene” a uno mai visto e conosciuto e pure sospettato di un efferato delitto? Ma con quali valori vivono queste persone? La vita non è un reality.
Vorrei chiedere a queste persone come possono scrivere lettere del genere. Posso capire avere dei dubbi sull’operato degli inquirenti, errori anche clamorosi possono sempre accadere, ma proclamare amore e ammirazione per una persona sospettata di omicidio, prendere carta e penna, cercare l’indirizzo della prigione, spedire la lettera e magari aspettarsi pure la risposta, è veramente una cosa al di fuori della decenza e dalla normalità.
Continuo a pensare che tutta questa sovra esposizione e informazione, ore ed ore di programmi televisivi, trasformino erroneamente tutti i vari Parolisi, Amanda, Franzoni, Sabrina, Michele, etc. in eroi negativi e tristemente “beniamini” del pubblico. La gente tifa per loro. Ci si dimentica che siamo arrivati a sapere della loro esistenza per fatti di cronaca, cronaca nera, e non dobbiamo fare il tifo, ne’dividerci in fazioni, ma solo aspettare che la giustizia faccia il suo corso, sperando che non ci siano errori.
P.S. Il post è volutamente senza foto: Parolisi, per presunzione di innocenza che ancora per legge gli si deve dare; Melania Rea, che riposi in pace.
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This entry was posted on 4 agosto 2011, 7:37 am and is filed under cronaca, Italia, Riflessioni, Varie. You can follow any responses to this entry through RSS 2.0. Puoi lasciare una risposta, o mandare un trackback dal tuo sito.