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Ma come facciamo a salvarli se balliamo?

Da Paterpuer @paterpuer

Qualche sera fa ho proposto a Samuele di fare una cosa assieme, partecipare a un flash mob per salvare gli agnellini dalla macellazione pasquale. Lui ha ormai metabolizzato il fatto di avere un papà vegetariano che ogni settimana fa anche un vegan day, ci scherza su e ogni tanto mi chiede come va e se sono felice di essere vegetariano.
Ha chiesto perché a Pasqua vengano uccisi gli agnellini, io ho risposto con sincerità: per tradizione, perché così si fa da sempre. A lui sono venuti i lacrimoni.
Mi ha chiesto allora cosa avremmo dovuto fare per salvarli, io ho spiegato sommariamente cosa fosse un flash mob, alla fine del quale si balla.
Lui allora ha lasciato andare le lacrime e con rabbia ha inveito contro di me: "Ma come facciamo a salvarli se balliamo!!!?".
Ecco qua, servita su un piatto (mai come in questo caso la metafora fu più azzeccata) d'argento la cruda verità: a che pro manifestare a favore della vita di qualcuno se non per stringersi fra coloro che si sentono simili e quietare un po' la coscienza?
Quanto di ego-diretto c'è in una cosa del genere? Quanto di inutile? Quale il ruolo di un'agenzia di comunicazione che - magari - ha bisogno di mettere a portfolio un'azione del genere?
Beh, il discorso è lungo e annoso. Io sono consapevole di non essere in grado di fare ciò che realmente sarebbe necessario, posso solo iniziare da me stesso, sfruttare la rete e fare cose simili al flash mob. Ma non posso dimenticarmi che ci vuole tempo, tempo che questi animali non hanno.
Il pensiero lineare di un bambino, nella sua semplicità è efficace. Anche a smorzare l'entusiasmo di un adulto che, pur di fare qualcosa, a volte fa anche qualche cazzata la cui utilità c'è ma il cui effetto è onestamente poca roba.

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