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Ma come fai se non lavori?

Creato il 17 febbraio 2013 da Taccodieci @Taccodieci

Ma come fai se non lavori?
- Cavoli, come fai con tutto questo tempo libero?
- Che intendi, esattamente?
- Come fai? Ti ammiro. Se non lavorassi per tre giorni andrei fuori di testa.
A causa di tragiche circostanze, che non mi va nemmeno di ricordare nel dettaglio, altrimenti poi qualcuno penserebbe che la Gillette mi paghi per incitare la gente al suicidio, mi sta capitando di avere un sacco di tempo libero. E sempre più spesso mi capita di avere a che fare con persone che mi chiedono come cavolo faccia.
Ci sono in giro persone che credono che non lavorare significhi ammazzarsi di noia, ingrassare e perdere ogni contatto con la società.
A me questo non sta accadendo, ma non per questo penso di essere un caso eccezionale.
Lavoro senza interruzioni (se non due striminzite settimane in agosto) da quasi otto anni e per quasi otto anni mi sono lamentata (come fanno tutti, compresi quelli che mi compatiscono perchè non sono sommersa dalle pratiche e non sono sull'orlo del delirio) di non avere abbastanza tempo libero per la mia vita.
Ora ce l'ho e non ho nessuna intenzione di sprecarlo.
Mi sveglio presto al mattino, perchè so che se sprecassi questo tempo dormendo me ne pentirei per tutta la mia futura vita da lavoratrice (spero), e mi dedico a millemila cose che normalmente non ho il tempo di fare. Non come vorrei, almeno.
Faccio molto volontariato, che fino ad oggi ho sempre fatto nei ritagli di tempo, e che mi imbottisce di endorfine al punto che mi sento quasi drogata di benessere.
Vado in palestra (non abbastanza spesso, comunque), dal momento che ho l'abbonamento pagato fino a maggio e sarebbe uno spreco immenso lasciarlo scadere senza sfruttarlo.
Cerco di stare con gli amici più che posso, un po' perchè le attività a cui mi dedico sono solitarie e io non sono stata progettata per stare da sola, un po' perchè penso che gli amici siano una parte importantissima della mia vita e non li voglio perdere. Organizzo quindi cene, feste, aperitivi, e mi smazzo perchè riescano al meglio.
Cerco anche di stare con la mia famiglia: con FF, con i miei genitori e con le persone che, in tempi normali, sento di trascurare da morire (con grandi sensi di colpa).
Mi dedico al mio terzo romanzo, che ha raggiunto il punto in cui era prima che il manoscritto si rovinasse e che sta prendendo il volo. Mi piace scrivere in bibioteca, circondata dalle persone e dai libri. Mi piace perchè quella del mio paese non è una biblioteca silenziosa e casa mia, durante il giorno, è ora molto silenziosa. Quando studiavo mi dovevo accendere la tv in sottofondo, perchè non riuscivo a concentrarmi nel silenzio, ed ho capito che è ancora così.
Sistemo tante cosette: vado in posta, negli uffici pubblici a sbrigare pratiche, al mercato a comprare frutta e verdura sana (assieme a tutte le vecchine che fanno spesucce per figlie e nipoti incastrate in lavori angoscianti), in lavanderia, dal meccanico.
Dulcis in fundo: in casa Redaz non si è mai mangiato così bene come in questo periodo. Giusto per dirne una, l'altra sera abbiamo festeggiato il compleanno di FF in famiglia a forza di pasticcio di pesce con sfoglia fatta in casa.
Ecco, il concetto di "tempo libero" è quindi molto relativo se applicato a me.
Sono momentaneamente economicamente improduttiva, eppure non mi sono mai sentita così viva.
Non penso nemmeno di essere una incosciente cialtrona: mi è sempre piaciuto il mio lavoro e ho sempre cercato di farlo bene.
Non si tratta tanto di una questione economica, perchè chi mi compatisce per tutto questo tempo libero non lo fa pensando alle ristrettezze economiche a cui potrei dover essere soggetta. Non si tratta di preoccupazione perchè potrei finire improvvisamente sotto la soglia di povertà.
Chi mi compatisce sa bene che tra poco tutto questo sarà finito, perchè ricomincerò a lavorare. Chi mi compatisce mi immagina però adesso in casa, coi bigodini in testa, a fare sudoku senza riuscirci perchè mi si è atrofizzato il cervello a forza di guardare i tronisti in tv.
Niente potrebbe essere più lontano dalla realtà.
La mia pelle è finalmente più bella e rilassata, i miei capelli sono luminosi e domabili, tanto che non penso più di tagliarli, e svetto sui tachi in centro al mattino come se camminassi a dieci centimetri da terra. La tv, come sempre, se fosse per me avrebbero potuto anche fare a meno di inventarla.
Secondo me chi senza il lavoro sarebbe perduto, sotto sotto ha paura di non essere riuscito a costruire nulla oltre alla propria carriera. Ha paura di scoprirsi solo, senza amici, senza famiglia, senza interessi e passioni.
I soldi ed il lavoro non sono l'unico metro con cui misurare il successo di una persona, sono solo una delle dimensioni secondo le quali una persona si può realizzare.
Puntare tutto su questo è sbagliato. L'ho sempre sospettato ed ora ne ho la certezza.
Il lavoro, la carriera, il benessere economico non sono mai stati così precari, anche per chi ha un fantastico contratto a tempo indeterminato full benefits inclusi. Oggi ci sono, domani chissà (senza voler portare sfiga a nessuno, eh).
Chi ha paura di perdere il lavoro e di restare a casa, deve avere a casa una vita proprio povera.
Il lavoro nobilita, ma lo fanno anche molte altre cose: una famiglia, degli amici, delle passioni che ti accendano lo sguardo quando ci pensi.
La Redazione 

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