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Ma cosa sono le ruote grasse?

Creato il 14 luglio 2015 da Fotografoapedali

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Neanche il tempo di pubblicare l’articolo sulla gara di domenica scorsa che taaaaaac mi scrive un amico e mi fa: “Vitto ‘scolta..ma cosa sono le ruote grasse?”

E allora ve lo spiego anzi lo spiega un articolo che gentilmente mi hanno inviato alcuni amici appassionati in cui impariamo il significato di queste due parole e tutto ciò che le rende speciali. Buona lettura .

Alcuni di voi si staranno chiedendo: “Cosa sono le ruote grasse?”. Ebbene, non è altro che un termine nato e diffuso nel web, ma usato anche per strada e nelle officine per definire quel ramo del ciclismo che è la mountain bike, spesso abbreviata in MTB e che di fatto percorre le proprie strade (i sentieri) con l’ausilio di questi pneumatici di grosso spessore e spesso ben tassellati che permettono una buona aderenza anche con un fondo stradale sconnesso. Questo significa che la Mtb può tranquillamente andare sui sentieri più impervi senza problemi facendoci di fatto gustare la natura apprezzando la vera bellezza di questo mondo combinata con della sana attività fisica.

Per molti è uno sport, per altri è un passatempo. Ma come al solito la bicicletta riesce a trasmettere molto più di tutto questo. L’avventura, il senso del pericolo in mezzo al bosco, ma allo stesso tempo il senso della responsabilità delle proprie azioni. La MTB è un miscuglio di sensazioni che danno origine al divertimento, lentezza e soddisfazione nella salita e adrenalina e euforia nella discesa.

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Questi Mountainbikers, ovvero coloro che pedalano le MTB, hanno come obbiettivo l’immersione totale nel verde e non si preoccupano minimamente del tempo atmosferico in quanto, sole o pioggia che sia, la MTB si adatta a tutte le condizioni possibili e immaginabili e che spesso sono anche le più divertenti!

L’origine della MTB è più lontana di quanto si pensi. I primi modelli apparvero all’inizio degli anni ’70 e si rifacevano ad un modello di bici da lavoro degli anni ’30, la “Schwimm Excelsior”. Ma la MTB era ancora grezza. Si dovette aspettare tali Gary Fischer e Charlie Lelly, gli inventori del primo modello ufficiale della MTB. Anche il loro modello però non suscitò particolare scalpore. Era una bici pesante, 20,4 kg e la componentistica era presa da bici da città o corsa con freni a tamburo, il che non rendeva la bici un prodotto proprio comodo per essere utilizzato. I produttori risero di questa bici così grezza affermando che “non avrebbe avuto futuro”. Ma personaggi come Fischer, Kelly e Ritchey vollero crederci e lavorarono per perfezionarla. Ridisegnarono il telaio, progettarono nuovi cambi con marce ridotte e sostituirono i freni a tamburo con i Cantilever. Come risultato si ebbe una bici di soli 11,4 kg, con ruote grosse e componentistica personalizzata. Oggi l’80% delle bici prodotte in America sono MTB. Gli stessi produttori che avevano snobbato dovettero ricredersi davanti all’aumento della gente per la MTB. Il motivo di tale successo è che, una volta perfezionata, la MTB rispondeva a tanti bisogni. La ruota maggiorata offriva una migliore stabilità, una migliore frenata e una migliore tenuta di strada, il telaio robusto sopportava degli stress strutturali impensabili per una bici da corsa o da città e di fatto era la prima bicicletta che poteva avventurarsi in luoghi prima irraggiungibili. La MTB infatti è la prima bicicletta che ha raggiunto la cima del Kilimangiaro che con i suoi 5900m è la vetta più alta dell’Africa. L’impresa fu compiuta dai cugini Nick e Dick Crane nel tempo record (per allora) di 8 giorni.
In Italia il primo modello di MTB fu la “Rampichino” della Cinelli, una bicicletta che è tutt’oggi è considerato un buon mezzo oltre che un pezzo da “collezione”. Infatti la sua valutazione varia tra i 400 e i 1000€. Non male per una vecchietta. ;)

Questo è quanto. Spero di avervi fatto cosa gradita.

Vittorio



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