La serenità credo sia come una strada che ci conduce alla felicità, una porta di accesso. Quando si è sereni tutto sembra più facile, più sopportabile, le cose si guardano con occhi diversi.
Serena mi sento spesso e mi dico “ecco ora sarò felice”! ma cos’è la felicità? Come la riconosco? Che rumore fa? A volte la sento a un passo da me invece poi mi scivola tra le mani, come sabbia che non posso contenere.
Sono stata felice il giorno della mia laurea, quando sono nati i miei figli, sono stata felice al primo appuntamento. Ma sono attimi, intensi e brevi come il passaggio dal tramonto alla notte.
Arriva sempre qualcosa che mi ferisce, anche solo un modo di fare, una parola, una distrazione, anzi quelle sono all’ordine del giorno.
Ennio Flaiano disse: “La felicità consiste nel desiderare quello che si ha”. L ‘ho fatto, ho desiderato quello che avevo e quello che ho, riconoscendo anche dei vantaggi in questo mio percorso in salita, ma è dura desiderare questa vita così difficile, così in solitudine!
Lo vedo il mio impegno, anche in questo matrimonio così complesso, vedo la mia voglia di ricominciare sempre, di costruire su un terreno instabile, sperando che figli, desiderio, affetti, possano trasformarsi in pilastri solidi per non farci oscillare più.
Ma ogni mio passo a volte muore nel deserto delle parole e dell’orgoglio, perché l’orgoglio quando non rivendica diritti è solo deserto.
Non ci vuole poi tanto! Una parola, un abbraccio improvviso, una sigaretta insieme abbracciati sul terrazzo, una condivisione di momenti. In fondo la felicità, ammesso che esista, è fatto di poco. Però quel poco a me muore sempre, sembra possibile, ma non arriva mai!
Quante volte mi sono chiusa in bagno a piangere?? Troppe! Troppe da non meritarle tutte! Essere felici in amore credo sia ancora più difficile, allora mi dico che forse vivo nell’illusione che un giorno qualcosa accadrà, ma cosa? Cosa dovrà accadere? Che i sogni diventino realtà?
Ma è successo mai??
Che rumore fa la felicità Negrita