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Ma i politici l'hanno capito che non c'è più niente da mangiare? E il popolo?

Creato il 11 maggio 2014 da Stupefatti
Ma i politici l'hanno capito che non c'è più niente da mangiare? E il popolo?Su Bagheria News ho letto un bel pezzo di Giusy Buttitta. Molto interessante il brano sulla campagna elettorale di Bagheria, che ricopio quissotto. I grassetti e le note sono mie. Le cose importanti di questo post comunque - contro ogni sanità mentale giornalistica - arrivano alla fine.
25 Maggio si voterà a Bagheria. Entusiasmo zero. C’è stanchezza, è palpabile. Il rito si rinnova con tempi troppo ristretti. I candidati, le riunioni, le aspirazioni, le ambizioni, la caccia al voto, le rassicurazioni, l’antivigilia, la vigilia, poi le elezioni, poi gli eletti. E poi? Già, e poi? Il governo, dovrebbe arrivare il momento del governo. Riavvolgiamo il nastro. 5 candidati alla carica di sindaco. 253 candidati al consiglio comunale, tre anni fa erano oltre 500. Il numero si è dimezzato (la politica non paga più come una volta?). In totale 258 uomini e donne certi di poter fornire il loro contributo al governo della comunità. Sdraiamoli, uno per uno, sul lettino dell’analista, questi 258 candidati e chiediamo loro: perché lo fai? La domanda è banale, ma questo non è un gioco. Vi siete guardati allo specchio e vi siete detti “Sì, sono io la persona giusta! Ho capacità, competenze, idee, voglia di innovare, so cosa fare e come lo si deve fare.”; ne siete convinti? Bene, procedete. In ogni altro caso, un consiglio: lasciate stare. Siete ancora in tempo. Ci si ritira, la collettività apprezza il gesto, ringrazia per la presa di coscienza e si va avanti. Perché non c’è più spazio per gestioni di potere, governicchi, spartizioni, nemmeno per politiche occupazionali che si traducono in occupazione della politica, non è più tempo di posti al sole, né di sistemazioni, di strategie private tramite la cosa pubblica (Vedi note 1-2-3-4-5-6-7). Non è più tempo, la collettività non può tollerarlo. Non è più tempo di teatrini, né di gioco delle parti. È tempo di serietà, si faccia politica, si prometta con molta onestà e trasparenza quello che si è – ragionevolmente - in grado di mantenere e dopo, per favore, niente scuse. Altrimenti, lasciate stare. Perché non ci si può candidare sbandierando ottimismo e poi trincerarsi dietro alla difficoltà oggettiva di governare appellandosi a una serie di motivazioni, anche fondate, che impediscono ogni azione. Il dissesto del bilancio comunale lo conosciamo, le difficoltà le immaginiamo; ritenete di essere in grado di gestire queste difficoltà? Allora, andate avanti. State pensando “intanto, vinciamo le elezioni e poi si vede”? Siete dei dilettanti allo sbaraglio in cerca di un posto al sole? Allora, abbandonate. Non c’è più spazio per voi, non è più il vostro tempo, ci fate del male. Ricordatevi che nessuno vi obbliga, nessuno ve lo chiede, qualsiasi ruolo andrete a ricoprire non avrete scuse. Quindi, o avete competenze, idee, generosità per governare, oppure, affidateci ad un commissariamento senza fine. Di tristi giri di giostra tra parole, sorrisi, idee e volti sempre più sbiaditi, nessuno sembra più averne voglia.
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Note1) Non è più tempo per gestioni di potere, governicchi, spartizioni, politiche occupazionali e cioè clientelismo? Sarà vero? E' un'affermazione grave. E' arrivato davvero - a livello regionale almeno - quel momento fatidico in cui la classe dirigente (e di riflesso la classe politica) HA CAPITO che si sono ormai mangiati tutto ciò che c'era da mangiare e che ormai La Frittata E' Fatta? Io questa consapevolezza non la vedo, vedo soltanto tanta confusione, tanto accattonaggio arraffone (gente che cerca di arrangiarsi, in altre parole, in politica come altrove) e - cosa più importante - non vedo nessuna autocritica seria.2) Autocritica? Quale autocritica? Beh, intendo qualcosa del genere ai sanguinosi esami di coscienza a cui è stata costretta la Germania del dopoguerra, una nazione intera che si sbatteva la testa al muro interrogandosi sul perchè e sul percome di Hitler, del Nazismo e dell'Olocausto.3) Esagerato? Un pò si, ma...4 Ma spieghiamoci. Ci rendiamo conto di quello che ha combinato la nostra classe dirigente (e di riflesso la nostra classe politica) alla nostra terra e a tutti noi? Che fino agli anni '70 in Sicilia c'era l'agricoltura e poi è morta l'agricoltura e da allora la Sicilia è una terra senza economia in cui si è consumato un Crimine Orrendo di cui adesso la Nostra Generazione - ventitrentaquarantenni - sta pagando le conseguenze? Ci rendiamo conto che per trentaquarantanni la Sicilia ha campato rubacchiando a destra e a manca, campando sulle spalle dei finanziamenti statali prima ed europei poi, divorando tutto quello che c'era da divorare, senza nessuna idea di futuro, perchè "poi si vedrà" e "vabbè, i nostri figli piangeranno e faranno la fame ma noi intanto ridiamo e mangiamo"? Trentaquarantanni in cui la Sicilia non è riuscita a sviluppare un'economia sensata - e in cui la classe dirigente e politica ha perpetrato il Crimine Orrendo - trentaquarantanni in cui la Sicilia si è soltanto ingozzata di soluzioni-tampone a corto raggio e a corto respiro: gli impieghi pubblici, i forestali, i precari della pubblica amministrazione, quelli delle società partecipate, gli impiegati e gli insegnanti degli enti di formazione, le speculazioni edilizie e il boom edilizio - ben gestito dalla mafia - che tutti sapevano prima o poi sarebbe finito (ed ora è finito). Così come va finendo, pian piano, praticamente tutto5) Ma ora è davvero tutto finito? Prendiamo per ipotesi di si. Mettiamo che per trentaquarantanni abbiamo mangiato tutto quello che c'era da mangiare e che adesso veramente non è rimasto più niente da mangiare. Mettiamo inoltre che questo fatto i politici l'abbiano capito (l'ipotesi si fa ancora più azzardata) e che addirittura stiano pensando a soluzioni alternative al clientelismo. Un futuro diverso per la Sicilia. Mettiamo anzi che - nelle parole, opere o missioni - i politici abbiano effettivamente e definitivamente ripudiato il clientelismo, anche soltanto per una semplice considerazione pratica: ovvero che non ci sono più i soldi - gli spazi, i posti, le risorse - per fare clientelismo. Eh, prendiamo come ipotesi tutto questo. Ma...6) Ma come lo spieghi alla popolazione? Come lo spieghi alla popolazione siciliana che per trentaquarantanni (una vita!) ha generalmente pregato e idolatrato Il Politico che ti fa Trovare la Raccomandazione per Infilarti da qualche parte e quindi permetterti di Sistemarti per Tutta la Vita o al limite - meglio di niente - di Campare Senza Troppi Problemi? E' un'istituzione, un pilastro, uno schema sociale riconosciuto, una dinamica psicosociale che abbiamo interiorizzato  nel nostro inconscio collettivo. Mica è facile scardinarla. Vaglielo a spiegare a tutta la popolazione siciliana che quello che si è sempre fatto (campare sulle spalle del clientelismo improduttivo, alimentare un sistema basato sulle raccomandazioni e sui favori dei politici, un sacco di contentini dati al popolo mentre i grossi imprenditori e i grossi mafiosi facevano affari alla grande) non si può fare più. Vaglielo a spiegare che si è sempre mangiato e che ora non c'è più niente da mangiare e che adesso invece è arrivato il momento fatidico in cui dovremmo cominciare a muoverci, inventarci qualcosa, fare impresa, trovare un nuova scintilla - dopo anni di buio - una nuova scintilla da cui fare ripartire l'economia siciliana. Vaglielo a spiegare che il futuro adesso - perchè siamo nella merda, per un fatto di disperazione e di fallimento generale - che il futuro adesso potrebbe dipendere in qualche modo dal nostro spirito d'iniziativa, intelligenza, creatività, impegno e dedizione, mentre finora di tutto questo - noi popolo bue però bravissimo a lamentarci - ne abbiamo fatto sempre volentieri a meno. 6) Non so. Se il cambiamento è davvero così epocale (e può darsi di si) non vedo nessuno della classe dirigente (e politica) che sembra capace di reggere, modulare e affrontare un cambiamento del genere. Sembrano tutti presi dalla botta, trascinati dalla corrente. Sembra che abbiano perso la direzione, sono crollati perfino loro che hanno gestito con tanta arroganza e sicumera il potere per trentaquarantanni. E' come la morte del padre, per noi popolo bue. Siamo orfani e spaesati. E nel dubbio cosa facciamo? Quello che si fa sempre in questi casi. Prendiamo e partiamo. Scappiamo da una terra che sembra giunta al capolinea - troppo difficile è pensare un futuro per noi e per lei, per noi con lei - mentre la minaccia concreta, l'incubo all'orizzonte, è che la Sicilia diventi in futuro una terra ultraperiferica, quasi spopolata, un deserto antropologico, abitato soltanto da pensionati, pazzi e raccomandati. 7) PS - Che c'entra tutto questo con le elezioni comunali di Bagheria? Niente? Quasi niente? C'entra molto? C'entra tutto? Boh. 

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