E sono doppiamente fortunati ad avere al ministero dell’Economia Vittorio Grilli: una persona dal curriculum di tutto rispetto.
Su Wikipedia si legge che Grilli si è laureato in Discipline Economiche e Sociali presso l’Università Bocconi di Milano nel 1981, e ha conseguito un Master e un Ph.D. in Economics presso l’Università di Rochester a New York. Dal 1986 al 1990 è ricercatore universitario (assistant professor in inglese) alla Yale University, mentre dal 1990 al 1994 è ricercatore universitario al Birkbeck College della Università di Londra. Nel 1994 entra nel Ministero del Tesoro come capo della direzione per le privatizzazioni, incarico che lascia nel 2000 per passare brevemente ad un incarico dirigenziale nella Credit Suisse. Dal 2002 torna al ministero come Ragioniere Generale dello Stato, e nel 2005 viene nominato a dirigere il Dipartimento del Tesoro dal Ministro dell’Economia Domenico Siniscalco, che in quel ruolo l’aveva precededuto, incarico che mantiene sotto i governi Berlusconi III, Prodi II e Berlusconi IV. Da marzo 2004 a ottobre 2005 ha ricoperto l’incarico di Commissario unico della Fondazione “Istituto Italiano di Tecnologia” per poi diventarne presidente nel periodo successivo. Nel settembre-ottobre 2011, a seguito della nomina di Mario Draghi a Presidente della Banca centrale europea, era stato uno dei possibili candidati alla carica di Governatore della Banca d’Italia, incarico però andato ad Ignazio Visco. È membro del Consiglio di Amministrazione della Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant’Anna.
Da maggio 2005 fino a novembre 2011 è stato Direttore generale del Tesoro, essendo stato confermato in tale ruolo dai ministri Domenico Siniscalco, Tommaso Padoa-Schioppa e Giulio Tremonti.
Da una persona con un simile curriculum ci si aspetterebbe una conoscenza capillare del diritto amministrativo. Purtroppo il dicastero di Grilli è incappato in un piccolo “incidente di percorso” con la presentazione del regolamento che avrebbe dovuto regolamentare il pagamento dell’Imu anche per i beni ecclesiastici: regolamento che è stato bocciato dal Consiglio di Stato e la cui bocciatura – con ogni probabilità – avrà come conseguenza che la Chiesa non paghera l’Imu per il 2013.
La domanda è molto semplice: in questa bocciatura Grilli era in buona fede oppure ha presentato al Consiglio di Stato un regolamento tale da essere bocciato in modo che non fosse esigibile la riscossione dell’Imu per il 2013 per i beni ecclesiastici?
Nel primo caso Grilli avrebbe ben poco di “tecnico” e quindi non meriterebbe di stare in un governo di burocrati mentre nel secondo caso sarebbe un segno che Grilli non agisce per il bene dell’Italia ma per il bene di uno stato straniero: il Vaticano.
Ma il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ci è o ci fa?
Creato il 09 ottobre 2012 da Cagliostro @Cagliostro1743Potrebbero interessarti anche :
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