Proponiamo l’articolo pubblicato sul sito www.bergamonews.it di pochi giorni fa. Ad ognuno, lo spazio per le proprie, personali riflessioni.
Le indagini – E’ più che evidente: la soluzione del caso può venire solo dai rilievi della scientifica, dei Ris e dei medici legali. In più di tre mesi non una sola intuizione o un guizzo delle cosìddette indagini “tradizionali”.
Yara, ora si studia il polline del campo
Tanta scienza, ma il vecchio fiuto degli investigatori?
Risulta, da indiscrezioni, che i 10 pregiudicati dei quali la polizia ha a disposizione i codici genetici, non siano affatto persone sentite nei primi tre mesi dalla scomparsa di Yara, persone mai coinvolte. Vale a dire che le indagini stanno ancora procedendo in modalità random.” Abbiamo un dna? Proviamo a confrontarlo con questi 10 pregiudicati. Non sia mai che salti fuori qualcosa”.
Un’altra indiscrezione parla dell’intervento dell’anatomopatologo più in vista nel campo di Chignolo, per prelevare del polline, che lascia tracce a lungo e medio termine. Perché se un certo tipo di polline riscontrato sul corpo di Yara non corrispondesse a quello del campo di Chignolo d’Isola allora potrebbe darsi che il corpo è stato trasportato lì.
Per carità. Ben vengano i mezzi più avanzati, gli studiosi di punta, per risolvere un caso così straziante. Ma quelle valide e vecchie indagini di un tempo, ormai ribattezzate “tradizionali”, dove sono finite? Dov’è finito l’investigatore che dopo decine di interrogatori segue il suo fiuto, costruisce un’ipotesi e va a comporre, passo dopo passo, i pezzi di un puzzle complicato? Nessuno qui è un fan del tenente Colombo. Ma in tre mesi, oltre a quei testimoni cassati o semi cassati sul filo di una rivalità evidente tra carabinieri e polizia, non si è sentito parlar d’altro che di fiuto di super cani molecolari, celle telefoniche, primi rilievi del Ris senza risultati e ora, dopo il drammatico ritrovamento di un cadavere, di dna e di polline da tracciare.
Non si è avuta percezione di un guizzo d’intuito tra un interrogatorio e l’altro, di un’intuizione giusta che permettesse di costruire un sospetto poi riscontrabile, a quel punto sì, con i mezzi scientifici. E ora anche noi, chiudendo questa riflessione, ci arrendiamo alla speranza degli inquirenti, la speranza che un risultato salti fuori grazie alle indagini più avanzate.
Marzo 2011, redazione@bergamonews.it