Al mio ritorno, molti di quelli che non sono partiti m’hanno detto che con un po’ di fantasia e di concentrazione erano soliti viaggiare lo stesso, senza staccarsi dalla poltrona. Gli credo volentieri: sono dei forti. Ma io no, io ho troppo bisogno di questo contributo concreto che è lo spostamento nello spazio. Del resto, fortuna che il mondo s’estende per i deboli e li soccorre; quando poi esso, come certe sere sulla strada, si riassume nella luna a sinistra, la corrente argentata a destra, e la prospettiva di scovare dietro l’orizzonte un villaggio dove poter vivere nelle prossime tre settimane, sono ben lieto di non poterne fare a meno.
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