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Ma l'ispirazione esiste o no?

Da Anima Di Carta
Ma l'ispirazione esiste o no?Ecco uno di quegli argomenti su cui l'affollata categoria di chi scrive si spacca in due.
I più razionali affermano che un libro è frutto di duro lavoro, non ci pensano proprio a contare sulla Musa, perché bisogna affidarsi solo su se stessi per scrivere. Gli altri giurano di ricevere quasi per grazia divina le idee, dichiarano che le loro storie quasi si scrivono da sole e che i personaggi a un certo punto prendono il controllo e impongono l'evoluzione della trama.
Personalmente credo che l'ispirazione sia una realtà, ma che da sola non basti affatto a creare qualcosa di valido. Scrivere per me è una via di mezzo tra il lasciarsi andare a qualcosa di imponderabile che ti coglie senza preavviso e ti conduce lontano, e un lavoro durissimo sui testi fatto di organizzazione, riflessione, documentazione, revisione.
Secondo me chi dice che l'ispirazione non esiste semplicemente non la riconosce, mentre chi dichiara di poter scrivere solo grazie al sostegno della Musa, non sa che questa è capricciosa e sfuggente e che senza una elaborazione fatta con la ragione i suoi spunti non servono a molto.
Il processo creativo è fatto di momenti in cui si usa il cuore e altri in cui si usa la testa. Servono entrambi.
Ispirazione è quando...
  • scriviamo trascinati da un'onda creativa, spinti da un impulso che non si placa finché non abbiamo messo tutto nero e bianco
  • ci immergiamo totalmente in quello che stiamo scrivendo dimenticando il resto del mondo
  • le idee ci colgono all'improvviso, colpiti da quello che vediamo, sentiamo, tocchiamo
  • ci appare in modo misterioso il nesso tra due elementi che non sembravano collegati tra loro
  • assecondiamo un bisogno interiore e gli diamo voce esprimendolo su carta
  • le immagini scorrono nella nostra testa come nel trailer di un film
  • le parole ci risuonano dentro e vorremmo avere un registratore per fissarle
  • i personaggi sembrano prendere vita e non possiamo far altro che lasciarci trasportare
  • ci svegliamo la mattina con un'intuizione fondamentale

Duro lavoro è quando...
  • riflettiamo sulle idee, le fondiamo insieme, le colleghiamo in modo logico
  • rileggiamo e riconsideriamo in modo critico quello che abbiamo scritto
  • elaboriamo una trama coerente, elenchiamo cronologicamente gli eventi
  • forniamo spiegazioni al lettore o valutiamo qual è il momento migliore di rivelargli una determinata informazione
  • diamo il giusto peso ai dialoghi e alle scene
  • riscriviamo il testo, rifinendolo come si fa con una scultura grezza, ripulendola da ciò che inutile o brutto
  • progettiamo l'intreccio
  • ci documentiamo per essere più precisi, per fornire dettagli credibili e dare alla nostra storia una parvenza di verità
  • usiamo la grammatica e il dizionario
  • formattiamo lo scritto e lo presentiamo in una veste adeguata per chi dovrà leggerlo.
Si dice che la prima stesura va fatta con il cuore, ma bisogna revisionare con la testa. Io credo che la testa vada usata anche nella prima stesura, perché non farlo significa ritrovarsi con pagine e pagine da buttare o da riscrivere radicamente in seguito. E' un'esperienza che ho fatto e che non ripeterò, come ho raccontato nel post Riscrivere un romanzo: come e perché.
Penso che l'ispirazione sia qualcosa di inaffidabile e indefinibile, va accolta quando arriva, rispettata come qualcosa di prezioso e coltivata nel tempo. Ma quando non c'è più, non si può pensare di starsene con le mani in mano ad aspettare che ritorni.
E voi cosa ne pensate dell'ispirazione? Esiste o è solo un mito?
Anima di carta

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