Ma l'ISTAT rileva il ivello di fiducia dei (pochi) italiani o dei (numerosi) italioti? C'è una bella differenza...

Creato il 27 settembre 2013 da Beatotrader

Ah riecchiceeee!...
Dopo i fanta-dati dell'ISTAT sulla fiducia dei consumatori italiani
Istat: sale fiducia consumatori, massimi da luglio 2011
Il clima di fiducia dei consumatori continua a migliorare a settembre raggiungendo 101,1 punti dai 98,4 di agosto. Lo comunica l'Istat. Si tratta del valore più alto da luglio 2011 e del quarto rialzo di seguito.
.......
adesso arrivano i fanta-dati sulla fiducia degli imprenditori...
Italia: La fiducia delle imprese manifatturiere sale ai massimi da due anni
Mi piacerebbe che un esperto di queste cose come Lannuti dell'Adusbef
facesse uno dei suoi (inutili) esposti alla magistratura....che però almeno fanno un po' di scena e ti scaricano un po' l'inkazzatura
L'accusa sarebbe: diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare il senso di realismo degli italiani, con l'alto rischio di provocare una profonda delusione prossima&ventura e con conseguente depressione (più profonda di quella attuale)....
Mi sarebbe piaciuto che l'ISTAT si facesse un giretto trai 300 imprenditori in fuga dall'Italia che ieri facevano la coda a Chiasso...
(a breve il mio resoconto sull'evento "Benvenuta Impresa"...).
Però la spiegazione potrebbe anche essere un'altra 
e l'esposto sarebbe da fare piuttosto contro Lettaz e Sakkomannis per (fin troppo facile) circonvenzione d'Italioti....
Con tutto il battage pubblicitario e di marketing che le Itituzioni della Casta stanno strombazzando sulla Ripresa in arrivo...molti italioti (com'è spesso è accaduto) ci stanno credendo...
anche perchè continuano ad informarsi in modo assai approfondito e maturo....
ovvero ......................
.
guardano solo i titoli dei giornali ed ascoltando solo i titoli dei tiggì...
e fa che n'abbia!
E da lì queste "acute&consapevoli personcine", nel pieno dei loro diritti civili, si formano la loro opinione...e possono esprimere il loro consapevolissimo diritto di voto,
condizionando pesantemente anche chi invece è veramente consapevole
(sono i pesanti limiti della democrazia rappresentativa a suffragio universale...ne ho già fatto cenno alcune volte. Ci ritorneremo).
Tornando a bomba...
Pertanto è possibile che l'ISTAT non menta 
ma che, con i suoi fanta-dati, 
rappresenti solamente il fanta-livello di creduloneria degli italioti 
e l'effetto che le balle di Lettaz e Saccomannis stanno avendo proprio sulla massa degli italioti di cui sopra.
In seguito, dagli indicatori di fiducia italiani assai meno affidabili della media, 
arriverà il risveglio e dunque ne deriverà un comportamento totalmente diverso nei consumi effettivi e/o negli investimenti d'impresa
vedi infatti....
Istat: vendite al dettaglio, calo continuo anche per alimentari 
È una raffica di segni meno quella che caratterizza le vendite al dettaglio secondo gli ultimi dati resi noti dall’Istat: a luglio si registra una diminuzione dello 0,3% rispetto al mese di giugno....
Vabbè che gli indicatori di fiducia mirano al futuro...
ma la fiducia consumatori dell'ISTAT starebbe salendo ormai da ben 4 mesi di fila (giu-lug-ago-sett)
Capite perchè è così importante sostenere attivamente l'informazione indipendente attraverso i canali che vi sono resi disponibili?
Devo proprio ricordarvelo tutti i santi giorni o c'è la vaga possibilità che prendiate "il vizio" in modo autosufficiente?...
Questa DISCRASIA tutta italiota la spiega bene Seminerio:
è un fenomeno che al 90% porta a profondi disallineamenti 
e dunque a profonde delusioni
tra quello che ti bevi 
vs.
il tuo comportamento reale successivo...quando ti svegli col mal di testa dopo la sbornia di balle.
....E’ innegabile che l’atteggiamento psicologico degli agenti economici abbia un ruolo, ma non tale da sovvertire una realtà fatta di dati “duri” come il persistente credit crunch bancario e condizioni del mercato del lavoro che restano prostrate.
Il fatto è che in Italia sembra effettivamente esserci una ampia discrasia tra aspettative e psicologia delle famiglie e riscontri in termini di comportamenti di spesa.
Ad esempio, il nostro paese si caratterizza per una costante e singolare divergenza tra gli indicatori di fiducia dei consumatori ed il successivo andamento delle vendite al dettaglio.
Nel senso che, a periodi di miglioramento delle aspettative delle famiglie conseguono poi robuste delusioni in termini di consumi effettivi.

Questo fenomeno appare legato ai cicli della politica italiana, e ad annunci di mirabolanti iniziative di politica fiscale destinate invariabilmente a finire contro il muro della realtà.
Anche a questo giro pare abbiamo posto le basi per rinverdire la tradizione: ieri Istat ha pubblicato il dato di agosto dell’indice di fiducia dei consumatori, che ha toccato il valore di 98,3
(NdR adesso sarebbe arrivata a 101,1 cucuzze...l'articolo e di quasi 1 mese fa...), battendo le attese e tornando sui livelli della seconda metà del 2011.
La cosa è ancora più sorprendente se si pensa che tale indice è rimasto per molti mesi a strisciare sul fondo, al valore prossimo a 85, per riprendersi dopo la formazione del governo Letta.
L’indice Istat appare in miglioramento più marcato sulla componente futura rispetto a quella corrente (per la serie “ora non va molto bene, ma andrà meglio”), e più sulla valutazione del clima economico nazionale che di quello personale (“io non me la cavo ancora benissimo, ma penso che per il paese stia per andare meglio”).
Come detto, questo indicatore di fiducia appare assai poco correlato con i consumi effettivi, anche considerando il fisiologico intervallo variabile che intercorre tra miglioramento del clima psicologico ed assunzione di decisioni di spesa.

E proprio queste affascinanti evidenze comportamentali applicate all’economia sembrano suggerire una diversità dei consumatori-elettori italiani rispetto a quanto ci si aspetterebbe da agenti vagamente razionali.
Ad esempio, ci si attenderebbe che il frastuono che ha caratterizzato la decisione sull’Imu prima casa, trascinatosi per mesi, dovesse finire col deprimere le aspettative di consumatori normalmente avversi all’incertezza.
Stesso discorso per la prossima entrata a regime della Service Tax, che al momento appare del tutto indeterminata e che rischia di risolversi in una brutta sorpresa per i contribuenti, viste le condizioni molto precarie dei conti dei comuni.
Invece, il clima di fiducia dei consumatori italiani è migliorato,verosimilmente a causa del continuo condizionamento sul luminoso futuro che ci attende, in attesa di evidenze reali.
Abbiamo sempre un Campo dei Miracoli che ci attende, dietro l’angolo.

La cosa non sorprende più di tanto, pensando che da un ventennio la maggioranza dell’elettorato italiano continua a credere, alternativamente, che Berlusconi sia l’uomo destinato a guidare il paese verso una luminosa era di benessere, o che schieramenti progressisti innamorati della fiscalità come strumento punitivo della intrinseca malvagità umana possano portarci verso l’era della Grande Giustizia Redistributiva. Alla fine, pare di capire che il vero problema di questo paese siano le stereotipate e disarmanti credenze politiche del suo elettorato, sempre più slegate dall’esame di realtà.(NdR Seminerio è troppo raffinato per usare il termine ITALIOTI ma è evidente che ce l'abbia ben evidente nella sua mente...)

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