La letteratura, la poesia, l’arte, le parole… non servono a niente. La chimica, la fisica, le scienze, quelle sì; la chimica crea la plastica, la fisica ci consente di avere macchine più veloci e aerodinamiche… ma la letteratura, prof, a cosa serve?
Questo pensano ormai le nuove generazioni.
Ogni giorno mi scontro con questa pesante realtà che mi fa male, dato che io nella letteratura, nella poesia, nell’arte, nelle parole, trovo me stessa; a loro ho dedicato la mia vita, come in un voto di fedeltà permanente.
Ma poi arriva un’epoca, nella storia, attraverso la quale io posso provare a far brillare la scintilla della letteratura, perché posso finalmente dire che la letteratura serve; in quell’epoca ha fatto qualcosa. Di concreto. Ci ha fatto l’unità d’Italia. Che se non c’era la letteratura a dar coraggio e determinazione, mica avremmo avuto i grandi patriotti e quel sogno finalmente unico della nostra Unità.
E loro si entusiasmano, a leggere la Piccola Vedetta Lombarda e a capire che aveva la loro età, e a capire che alla loro età si può credere fermamente in qualcosa, come la vedetta che ha dato la vita…
E muoiono di fronte alla bellezza di Mameli, che si sacrifica a 18 anni dopo aver scritto l’inno…
Oggi non c’è più poesia civile, ma quante cose ha fatto la poesia, più che la scienza, nei secoli immensi in cui la scienza latitava?
Io questo vorrei che si capisse; ma il più delle volte resto senza speranza.
Semina cuor mio anche in mezzo alla tempesta… forse solo lontano nel tempo qualcosa ritornerà…