Stop all’asse con l’Iran solo così fermeremo la mattanza in Siria
Il titolo è quello di un articolo de “Il Giornale” che pone l’accento sulla sconsiderata opinione sull’Iran che il terrore, il furore ideologico e per ultima la possibilità di dotarsi di armi nucleari, sono le premesse per una considerazione che va al di là della semplice guerra fredda degli anni passati.
La firma dell’articolo è la redazione, ovvero il pensiero collettivo dell’intero giornale che attraverso questo semplice scritto mostra apertamente la sua posizione atlantista.
L’Iran e con essa la Siria, e prima la Libia, e prima ancora la Palestina, sono espressioni della più malevole idea di soprusi, di massacri, di sangue innocente versato per colpa di un’ideologia islamica che vuole imporsi con la forza e con il sangue. Non risulta però che Iran e Siria abbiamo abbiano invaso altri territori né in nome della democrazia né in nome di un becero islamismo, oppure abbiano razziato, abbiano decimato le popolazioni con massacri al fosforo, così come accadde in Libia al tempo di Gheddafi e prima ancora a Gaza ad opera delle missioni umanitarie sioniste. Eppure “Il Giornale” scrive che il vero nemico da combattere sono l’Iran e la Siria, perché ” È il cuore di un’alleanza pericolosa che sarebbe bene smantellare una volta per sempre“.
Possiamo supporre anche noi che abbia preso qualche manciata di dollari dal sultano del Qatar, Al-Thani (il ciccione, come affettuosamente lo chiamava Gheddafi)? Visto la sua munificenza nel donare denaro, questo personaggio da anni ospita attivisti islamici in esilio e sostiene Hamas, i salafiti, i fratelli musulmani (espressione israeliana islamica) e persino i talebani ai quali sta aprendo addirittura un’ambasciata in Qatar. Ha contribuito con diverse milioni di dollari per l’Egitto post primavera, è padrone della TV Al-Jazera (che inizialmente era espressione franco-israeliana dei fratelli David e Jean Frydman). Il Qatar è anche benevolo nella instaurazione di un potere sunnita estremista e radicale, tanto che nella guerra di Libia mandò a dare manforte alle squadre speciali inglesi, francesi e americani circa 5000 militari delle squadre speciali.