Le ragazze se la cavano bene, peccato che la Canalis abbia rischiato la vita due volte a causa del vestito e Belen sia così di lacrima facile, ma come dice lei, è la saudade; almeno adesso ho capito Miguel Bosè a Operazione trionfo: sono quasi dieci anni che lo prendiamo in giro, diamogli l’occasione per essere rivalutato. Ma grazie alla saudade della Rodriguez abbiamo avuto ieri un bel momento latino con il tanguero Miguel Angel Zotto, mentre stasera l’alma de Cuba Andy Garcia ci ha regalato un momento davvero magico, per un attimo anche il Gianni nazionale si deve essere sentito a L’Havana. Ciò che veramente sta rendendo unico questo festival è la satira di Luca e Paolo: finalmente è tornata la vera satira politica, quella vecchia maniera. Mi chiedo cosa stia facendo Masi: in sala non mi sembra di averlo visto, ma se ci dovessere essere i casi sono due: o è sotto effetto di stupefacienti, o gli hanno messo a tradimento i tappi in lattice nelle orecchie, quindi lui si starà limitando a ridere quando ridono gli anni senza capire una parola.Vi dirò: per un attimo ho temuto che potesse arrivare la telefonata in diretta all’Ariston, ma sinceramente spero non arrivino a tanto.
Comunque una cosa è certa: questo festival è di sinistra. Vi dico subito perchè: Morandi è un compagno e si sa; la satira è pungente, all’altezza degli anni d’oro del Pci; l’ospite internazionale di stasera ha cantato un ode a Cuba e domani arriva Benigni; Belen e la Canalis ieri alla prima uscita si sono presentate vestite una di rosso e l’altra di blu; che sono i colori del Bologna e Bologna è sempre stata una roccaforte rossa. Ci vorrebbe una finale col botto sabato, noi spettatori affezionati ne abbiamo bisogno, in fondo è dai tempi di Super Pippo che non riceviamo forti emozioni.
Spero solo che si abbia la decenza di far vincere una canzone degna; io tifo per Tricarico, come sempre, che anche se sembra sempre che l’abbiamo appena svegliato, è un personaggio davvero unico nel suo genere e riesce a portare sul palco dell’Ariston dei brani che sembrano delle filastrocche, un po’ come un menestrello alla Branduardi; tra l’altro dev’essere destino dei menestrelli avere un pagliaio al posto dei capelli.
Auguriamo quindi ascolti record al festival della canzonetta 2011, in modo che l’anno prossimo ci siano più fondi per i fiori, e per evitare che il teatro Ariston non faccia la fine che stanno facendo tutti i teatri italiani.
E grazie Gianni, per aver portato Bologna in Eurovisione.