“Il governo ha assecondato ancora una volta le pulsioni peggiori del paese, congelandone i difetti più comuni. Un paese che non crede sia possibile remunerare il merito del lavoro, spaventato a tal punto da vedere nella protezione della prima casa l’unica ancora di salvezza e, infine, assolutamente incapace di pensare ad un modello di risparmio che non sia basato sulla proprietà immobiliare. Con tutto questo in mente c’è solo una domanda a cui rimane impossibile dare risposta: il Pd, il partito della società mobile e dei lavoratori, che cosa ha guadagnato? Qual è la contropartita dell’abolizione dell’Imu? Molti pagherebbero per saperlo.”
Se lo domanda Filippo Taddei su Europa e leggetevi le considerazioni sull’Irpef, la vera “piccola” cosa che andava rimodulata se fossimo un partito che ha a cuore il lavoro e non fossimo prigionieri della solfa che “purtroppo” siamo al governo con loro. Delle due l’una: o questo governo serve al Paese e fa le riforme giuste, altrimenti se la parola “purtroppo” anticipa tutte le scelte, andiamocene a casa dopo avere varato la legge elettorale. Lapalissiano.
Io la risposta per Filippo, comunque, ce l’ho: il PD, nel senso del PD che vogliamo cambiare, con l’IMU guadagna tempo per capire come non dovere cedere potere, ovviamente potere interno. Di vincere le elezioni nemmeno a parlarne.