Ascoltando in questi giorni l’Italia canaglia che si accoda alla menzogna mediatica sul debito greco che “dovremo pagare noi”, non vedo l’ora che anche l’Italia si trovi nelle medesime condizioni del Paese corrotto che chiede soldi ad altri e spero che la repressione della Germania e del complesso finanziario sia inflessibile. Non bisognerà aspettare troppo tempo perché questo accada: chi non capisce che la “ribellione” greca è qualcosa che riguarda se stessi e si lascia trascinare dentro una squallida guerra tra poveri multinazionale, è giusto che abbia la sua adeguata ricompensa.
Ma questa, anche se è del tutto inutile, può essere l’occasione per chiarire le cose e dire che dovrebbero essere le elites europee a finire in galera per truffa e violenza aggravata. Com’è nato infatti il debito greco? Semplicemente per volontà di Francia e Germania che conoscevano alla perfezione la situazione di Atene, sapevano della corruzione, del clientelismo e del fatto che durante gli anni ’80, l’economia greca era divenuta un’economia del debito anche grazie al suo ingresso in Europa e all’azzeramento della sua produzione industriale e terziaria che pure ancora nell’81 era notevole e garantiva conti puliti. Sapevano, ma ammisero la Grecia dentro l’euro nonostante il fatto che alla fine degli anni ’90 Atene non riusciva a vendere i propri titoli sul mercato e dipendeva di fatto dai sussidi di Bruxelles. Ma se la Grecia fosse entrata nella moneta unica, allora quei sussidi si sarebbero trasformati in prestiti a causa delle regole di Maastricht e tali prestiti sarebbero apparsi come garantiti dall’Unione dunque credibili, nella convinzione che mai e poi mai avrebbe potuto innescarsi una crisi del sistema e che quindi il marcio non sarebbe saltato fuori. Questo avrebbe favorito l’export tedesco e francese di armi (con vere e proprie imposizioni di acquisto nei confronti di Atene) e l’export in generale con un meccanismo che somiglia molto ai mutui subprime. E in effetti la Grecia è stato il primo Paese subprime.
Naturalmente questo fu reso possibile anche dai grandi pescecani internazionali che si infilarono nell’affare probabilmente su input degli stessi eurocrati: Goldman Sachs, con l’attenta consulenza di Draghi, si prestò molto volentieri a fare una barca di soldi truccando i conti del Paese. Comprò 2,3 miliardi di titoli di stato greci, li convertì in dollari e yen e li rivendette a prezzo maggiorato allo stesso stato greco, ma anche a banche, fondi pensione, piccoli operatori finanziari. E non parliamo degli Swap emessi per garantire i titoli stessi ma che in realtà si riferivano alla tenuta del debito pubblico greco. In ogni caso l’operazione permise il raggiungimento delle condizioni formali per l’ingresso nella moneta unica. Con il sopraggiungere della crisi tutto questo contorto giro è saltato perché i titoli di Atene sono diventati improvvisamente solo greci, senza alcuna garanzia. Così i tanti miliardi che le banche francesi e tedesche avevano investito nei titoli ellenici che garantivano alti interessi, si sono trovate a bagno e naturalmente si è dovuto salvarle con la maggior parte di quei 226 miliardi (più quelli Fmi) e formalmente prestati alla Grecia.
Dunque i cittadini europei, compresi gli italiani non hanno affatto dato i soldi ai greci, ma alle banche per salvarle dalle loro speculazioni sbagliate e in qualche modo “consigliate” dalle Ue attraverso l’incredibile ammissione di Atene nell’euro, facendo apparire come non problematica l’acquisizione di gigantesche quantità di titoli che del resto garantivano l’export di prodotti soprattutto tedeschi nel Paese. Così la popolazione greca è stata costretta ad un pauroso impoverimento per far fronte alle manovre della finanza e dei propri governanti. E ancora non basta, ancora si chiedono nuovi sacrifici umani per attuare il nuovo medioevo che è nella mente del capitale finanziario. Del resto era nello spirito dei tempi: nel 2002 Olivier Blanchard attuale capo economista dell’Fmi e l’ineffabile Giavazzi scrissero un articolo per dire che il disavanzo della bilancia commerciale greca, primo effetto dell’euro, non era un problema, anzi era una cosa buonissima, foriera di magnifici sviluppi. No, cari amici questi due perfetti esempi di stupidità umana alla Carlo Cipolla, non sono stati fischiati, sono in auge e guadagnano ognuno come 100 pensionati greci, a loro basta ogni tanto fare mea culpa per aver detto cazzate o dire che gli esiti erano imprevedibili e riprendere a sfornare sciocchezze come se niente fosse. Fra un po’, concluse le manovre truffaldine dell’illustre collega Boeri, guadagneranno come 150 pensionati di 60 anni italiani. Ai quali sarà detto che disgraziatamente devono pagare per i greci. Mi chiedo, ma perché tutta questa genia di impostori e ciarlatani non è disoccupata o in galera?