22 AGOSTO- Confesso che in questa settimana che vede avvicinarsi il tanto atteso esordio dell’Hellas Verona nel massimo campionato contro il Milan – partita che sancisce il nostro ritorno in serie A dopo undici lunghissimi anni – mi sarei aspettato di vedere e sentire tutt’altro di quello che ho invece purtroppo letto e sentito. Dico questo perché sembra che l’interesse “sportivo” per questa affascinante sfida sia stato desolatamente sopraffatto da tutta una serie di inutili e sterili polemiche sulla presunta accoglienza del pubblico gialloblù nei confronti di Mario Balotelli. Ad accendere senza dubbio la miccia è stato un articolo in uscita su un settimanale sportivo che riporta un’intervista al giocatore milanista – fatta peraltro oltre tre settimane or sono in America e pubblicata guarda caso giusto alla vigilia dell’incontro del Bentegodi – dove il giornalista in questione – e non l’attaccante rossonero – assegna ai sostenitori scaligeri la scomoda etichetta di tifoseria razzista. A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci hanno poi pensato altre testate giornalistiche che in alcuni casi hanno contribuito in un certo qual modo a “stimolare” le disquisizioni sul tema del razzismo negli stadi dimenticandosi che parliamo sempre e solo di una partita di calcio. E tutto questo bla bla bla rischia solo di alzare i toni della sfida quando sicuramente se ne poteva fare a meno.
Credo che sia ora di parlare di razzismo in maniera diversa e in sedi più opportune perché continuando così non si va da nessuna parte. Anzi ribadisco che l’eccessiva visibilità data a qualche “pseudo-tifoso” e a chi, come sempre, “cavalca l’onda” della strumentalizzazione, altro non fa che aumentare questa inutile diatriba invece di ricondurre l’argomento in un contesto più normale.
Sabato avremo gli occhi addosso di molti e tra questi ci saranno sicuramente i soliti “simpatici avvoltoi” pronti a scommettere su un ennesimo “passo falso” della tifoseria Hellas. L’auspicio mio e di tutti i veronesi – e in questo confido di non essere smentito – è di poter ammirare i 25 mila del Bentegodi nel loro consueto e incessante incitamento verso i propri beniamini – come poche tifoserie in Italia sanno fare – lasciando da parte tutto quello che nulla ha a che vedere con un incontro di pallone. Torniamo, quindi, a parlare di calcio, di 4-3-3 o di 3-5-2, di chi giocherà e di chi andrà in panchina, di chi vincerà e di chi invece uscirà sconfitto e via di questo passo.
Buona partita a tutti!
Enrico Brigi
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