Basterebbe pensare meno alla moto...
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Lui no: tutti i centauri che tirano le cuoia la domenica sono dei coglioni che se la sono andata a cercare, ma lui no. Lui non lo sapeva che delle ferraglie ipertecnologiche lanciate a folli velocità possono contundere un tenero corpicino umano fino al volgere dell'ultimo sospiro. Un po di compassione non la si nega a nessuno, è una tragedia la morte di un ragazzo così giovane e questo è se vogliamo Kantiano (cioè la morale non si tocca, così è, punto: una tragedia) oppure lapalissiano: grazie al cazzo che piangete, è morto. Io non voglio offendere la memoria di un atleta, ma la barbarie e lo scempio a cui ci ha sottoposto questo evento accidentale non prevedibile ma nemmeno imprevisto. Ricorda molto chi piange i soldati (magari volontari) perchè toh, sono morti in guerra: un minuto era lì che sparava ai talebani, ai terroristi, agli iracheni, ai terroni, al Mossad e a Paperoga e adesso non c'è più!Ma cosa dobbiamo sopportare? Ma a quale violenza psicologica ci sottoponiamo volontariamente!? La tragedia cade banalmente in farsa, come lo spargimento delle ceneri ne "Il grande Lebowsky", come aver seppellito un ragazzo di ventiquattro anni morto nella gloria della propria passione non sotto due metri di terriccio freschissimo, ma sotto una marea di puttanate. Angelo delle due ruote i miei coglioni...