L’etica dell’efficacia si basa su una razionalità di tipo strumentale, esemplificata da tecniche quali ad esempio l’analisi costi-benefici, il benchmarking, la what if analysis – è lo standard dominante nel business e nel mondo Corporate. Questo significa che tale etica definisce gli standard di razionalità attraverso i quali le azioni e le situazioni sono giudicate “moralmente” desiderabili.
Nelle aziende la razionalità è definita dallo strumentalismo che è implicito nel managerialismo.
Il metodo ha fatto da padrone nelle organizzazioni e di riflesso nelle società di consulenza strategica e organizzativa pronte a produrre metodi da proporre alle aziende per continuare a omaggiate il “dio” metodo, facilitatore di pensieri e divulgatore di strategie aziendali.
Le società di consulenza hanno consolidato nella comunità economica una posizione di potere – un potere tecnico-strumentale conquistato mediante approcci “certificati” per rendere efficienti ed efficaci migliaia di organizzazioni nel mondo.
In poche parole i “signori della consulenza” esportano in quasi tutte le organizzazioni i loro metodi, colonizzano con i loro processi di analisi e di sintesi, con le loro chart, i consigli di amministrazione e le riunioni.
Le visualizzazioni del problema, le tavole di presentazione (format, percorsi con frecce, diapositive powerpoint) su carta o pc rappresentano la complessità del tema affrontato, forzando, per il modo in cui sono sviluppati, soluzioni sintetiche e rapidamente condivisibili dal cliente.
Anche le matasse più intricate vengono sbrogliate con gli stessi format e le stesse tavole, senza accettare deroghe o patteggiamenti sul metodo. Non confrontarsi attraverso strumenti e modalità condivise significa porsi “fuori”, non essere riconosciuti.
Rigettare i modi, le tavole in powerpoint, l’immediata lettura del supporto cartaceo o digitale, significherebbe rigettare la semplificazione, la rapidità, l’economia, lo standard universalmente accettato. Una tecnica un metodo che diventano molto più importanti degli stessi problemi del business.
Cosa vuol dire affermare la supremazia assoluta della chart, la dittatura del metodo che detta le regole del gioco e che, nella reciprocità della comprensione, conferma l’appartenenza allo stesso clan? Vuol dire che se le visioni e le strategie non possono essere inquadrate In questi modelli, se i pensieri non trovano formulazioni semplici e sintetiche, se non si avvalgono di quella terminologia, sintassi e grafica che gli interlocutori sono immediatamente in grado di riconoscere, allora questi pensieri e queste strategie faticano a esistere, o la loro diversa espressione li rende comunque meno efficaci.
Il metodo che sta colonizzando gli immaginari del business non contempla la possibilità del dubbio, del “non so”, e premia invece la soluzione e la risposta immediata. Il mondo del metodo vuol dire il trionfo della soluzione praticabile, della risposta e del percorso che mette tutti a proprio agio, che non crea incertezze troppo lunghe e imbarazzi da gestire nel tempo.
Il rischio è una uniformità di occhi per capire il mondo, occhi non più in grado di leggere la complessità.