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Ma sono io ad essere strana?

Creato il 07 ottobre 2011 da Valepi
... o la vita in questo paese (stabilite voi se con la P maiuscola o minuscola) è diventata veramente insopportabile?
Antefatto
Martedì all'ora di pranzo il Principe Consorte, dopo aver preso la bimba dalla scuola materna, mi riferisce che le maestre hanno comunicato che dal lunedì successivo partirà il servizio mensa e ci hanno invitato a recarci in via Genova per ritirare i buoni pasto.
Mi dice anche che è andato in via Genova, ma il servizio non è più lì, è necessario andare al Servizio Economato, in Municipio, e ritirare lì i buoni pasto e, siccome lui non ha avuto il tempo di andare anche lì, ci accordiamo perchè vada io nei giorni successivi.
Nei "giorni successivi" Princi ha avuto la tosse e, considerata la tracheite dello scorso anno, ho preferito tenerla in casa. Nonna Esse ha un ginocchio nuovo di zecca operato da meno di dieci giorni, Nonno Gi è impegnato con gli operai al mio studio: ho spostato alcuni appuntamenti per stare con Princi a casa (Nota: ricordarsi di scrivere un post sul perchè, quando i bimbi sono malati, sono sempre le mamme a dover rinviare il lavoro... ) e non sono potuto andare a ritirare i famosi buoni pasti.
Inserirei tra le informazioni Antefatto anche il fatto che essendo noi genitori di un'unica bimba che, per la prima volta, ha a che fare con la scuola pubblica, siamo ancora piuttosto sprovvisti di informazioni sul funzionamento della stessa.
Il Fatto
Stamattina, subito dopo aver accompagnato la bimba alla scuola materna mi reco... vabbeh, detta così fa un po' denuncia dei carabinieri... insomma, stamattina presto vado all'economato, era una bellissima mattinata, avevo appena fatto una deliziosa colazione, insomma, ero ben disposta nei confronti del mondo... o almeno molto meglio predisposta di una media mattinata...
Arrivo all'economato e dopo aver spiegato che "sono qui per ritirare i buoni pasto per il servizio mensa" vengo immediatamente assalita: "Eh, ma lei ha fatto la domanda?"
Certo che l'ho fatta, alla scuola, quando ho iscritto la bambina.
"Nooo - con tono esasperato (!?!?!?!?!) - ma mica quella alla scuola, che ci importa a noi di quella. La domanda al Comune, l'ha fatta? Si è iscritta ai servizi sociali? Ha portato l'ISEE per la determinazione della fascia?"
Ovviamente non ho fatto nessuna di queste cose, semplicemente perchè nessuno mi ha detto che dovevo farle, ma sono ancora parecchio bendisposta nei confronti del mondo e del ragioniere che, tutto sommato, mi sembra un po' cafone, ma sta facendo semplicemente il suo lavoro e, in totale, rilassatezza, provo a chiedergli esattamente cosa devo fare
"Nooo, ma lei deve prima portare l'ISEE, ce l'ha l'ISEE?"
ehm, mi faccia controllare in borsa... no! non ho l'ISEE a portata di mano, ma, poichè conosco un po' i livelli di esenzione, sono abbastanza sicura di essere al di fuori della fascia massima e gli chiedo se è possibile evitare di consegnarlo e pagare direttamente il massimo...
"Noooo, ma lei deve portarlo comunque, non può sapere, non è la stessa cosa... e bla e bla e bla... e poi deve fare la domanda ai servizi sociali, ma se non è andata il nome non è inserito nel computer e bla e bla e bla... "
Sto iniziando a veder allontanare la mia buona predisposizione nei confronti del mondo. Ok. Cerchiamo di svoltare e fare qualche passo avanti. Chiedo al ragioniere di indicarmi l'ufficio dei Servizi Sociali per poter fare la domanda.
"Ahh, ma si deve spostare signora. I Servizi Sociali sono in via Genova"
Ho come un dejavu. Questo indirizzo mi pare di averlo già sentito.
Insomma, per farla breve: dal Municipio vado ai Servizi Sociali (ovviamente dovendo riprendere la macchina, ricercare parcheggio, con marito e consulente latitanti ed il nervoso che comincia a salire a mille). Al settore SS mi mandano prima in un ufficio dove una signora mi da la domanda da compilare e mi dice che devo portarla subito al protocollo, in Municipio, da cui la domanda dovrà poi tornare (non si sa bene quando) al suo ufficio per l'inserimento dei dati nel sistema informatico... sono perplessa... parecchio perplessa... per fortuna la signora, in un lampo di genio, mi ha suggerito di compilare la domanda davanti a lei che, così, poteva portarsi avanti inserendo i dati nel sistema informatico. "Ma, mi raccomando, poi la porti subito al protocollo" ... no, scappo alle Bahamas!
Quando le chiedo delle fasce di reddito e dell'ISEE mi dice che non se ne occupa lei e che devo andare in un altro ufficio (e sono tre). Nel terzo ufficio una signora talpissima mi accoglie dicendomi le stesse cose che sento dire dalla mattina alle 8.30 sull'ISEE e sulla sua necessità, anche se sono certa di essere nella fascia più alta, fino a quando in un lampo di genio (wow! due nella stessa giornata) mi dice: "comunque può fare l'autocertificazione. Poi però la deve portare subito al protocollo e chissà quando torneranno indietro i dati da inserire nel sistema informatico... se vuole può compilare qui la certificazione, facciamo una fotocopia - terzo lampo di genio!!!! - e vedo se riesco a velocizzare la pratica, ma poi lei vada subito al protocollo!"
... mi perplimo ancora di più quando in coda all'autocertificazione trovo una dicitura (citata ovviamente non testualmente) che dichiara che "in mancanza di detta certificazione l'utente sarà costretto a pagare secondo la fascia più alta"...
Faccio la copia, la lascio alla signora talpa che, probabilmente, la perde appena consegnata, riprendo la macchina, ricerco parcheggio, torno da dove ero partita, vado all'ufficio protocollo (dove mettono da parte i documenti e mi congedano senza nemmeno una ricevutoa) e torno all'economato per chiedere approssimativamente quando posso tornare per ritirare il tutto.
Vi risparmio i commenti delle persone in fila, nella mia stessa situazione, del ragioniere e dell'impiegata che, ancora, discutono per interpretare la dicitura di cui sopra e il livello che ormai aveva raggiunto il mio nervoso (considerata la reiterata latitanza del Principe consorte e del consulente).
Conclusione
Alla fine sono riuscita ad avere il pacchetto di buoni.
Durante il pranzo quando ho chiesto al Principe Consorte come mai non gli avessero detto nulla la prima volta che è andato ai Servizi Sociali mi risponde, forse ancora più incazzato di me, che il giorno in cui è andato è stato subito fermato da un suo cliente, uno di quelli che incontra quotidianamente e che vuole risolvergli ogni problema, che senza ascoltare nulla e senza farlo quasi parlare, gli ha detto che non era lì che doveva andare... il signore di professione fa: l'autista.
Lascio a voi le parole.
Mi chiedo:
Dipende dal fatto che abitiamo in un paese dove ognuno si fa gli affari degli altri e non i propri? O  genericamente dal fatto che viviamo in Italia?
Se il Municipio è ospitato nel Castello del paesello, è proprio possibile che non siano riusciti a trovare due stanze dove mettere gli SS nel Castello stesso?
E, per concludere, è vero, Steve Jobs era un genio e ormai ci ha lasciato, chiedere il suo aiuto ormai mi sembra eccessivo e fuori luogo, ma ci vuole tanto a munirsi di un protocollo informatizzato, o interno, che permetta ai cittadini di evitare di andare avanti e indietro?
... ma sono io strana????

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