Di solito non parlo di cronaca. Non inseguo la notizia, non mi muovo per la città cercando storie da raccontare e non vado sui luoghi dove è appena avvenuto qualcosa di tragico, perciò non penso di poter dire qualcosa che non sia già stata detta da tanti giornalisti magari più esperti di me e certo più addentro nel campo. Non l’ho fatto nemmeno poco più di un mese fa quando Giacomo, un ragazzino di dodici anni, è stato travolto da un tram mentre stava tornando a casa in bicicletta per colpa di una portiera aperta all’improvviso. La notizia mi aveva colpita molto, sia perché sono una mamma, e ogni notizia tragica che coinvolge un bambino mi tocca particolarmente, sia perché sono una ciclista e conosco molto bene il pericolo rappresentato dalle portiere delle macchine.
Ero stata tentata di scrivere, allora, ma poi non lo avevo fatto per non unirmi ai cori di inutile retorica che si trovano sempre sui giornali in queste occasioni. Ai genitori la solidarietà degli altri serve a ben poco, e nulla potrà mai ridargli il figlio che hanno perso. Quanto a me, continuerò ad andare in bicicletta sperando di riuscire a evitare tutte le portiere che so che mi verranno ancora aperte davanti, e incoraggerò le mie bimbe ad andare in bici. Io sono e resterò ciclista, indipendentemente da tutte le disgrazie che potranno avvenire in futuro, anche se vorrei che la gente pensasse un po’ di più a ogni cosa che fa. Tutti, le persone che aprono le portiere senza guardare, i pedoni che attraversano confidando nel fatto che non sentono nessun rumore alle loro spalle (ma una bici, a differenza di una macchina, non fa rumore, e una mia amica si è rotta un braccio cadendo grazie a un pedone che le è saltato davanti all’improvviso – con il rosso – senza guardare), gli automobilisti che svoltano tagliando la strada alla bicicletta che hanno appena superato, ma anche i ciclisti che vanno contromano o sui marciapiedi.

Qualche giorno fa a Firenze un folle ha ammazzato due persone e ne ha ferite altre tre. Mi rifiuto di scrivere il suo nome, anche se tutti i giornali lo hanno fatto. Era nessuno e rimane nessuno, anche se ha avuto il suo tragico giorno di notorietà. Quel che mi ha dato fastidio, al di là del fatto che due persone sono state ammazzate e altre tre sono state ferite, è stato il continuo ripetere dei giornali che il folle fosse un fan di Tolkien e del fantasy in genere.
E allora? Immagino che in casa sua non ci fosse solo Il signore degli anelli, ma che ci fossero anche altri libri. Perché continuare a ripetere il nome di Tolkien che, per quanto di destra, non era certo un estremista e non avrebbe mai approvato azioni del genere? Siamo alla solita vecchia solfa sul fatto che la fantasy sia di destra e che la leggano soprattutto giovani e quindi persone immature. Anni fa Simona Ricci aveva scritto per FantasyMagazine un articolo in cui contestava i pregiudizi espressi su una vetrina purtroppo molto più ampia come quella del Corriere della Sera Magazine: http://www.fantasymagazine.it/notizie/3205/lettore-fantasy-ecco-chi-sei/.
L’articolo è vecchio, ma siamo sempre lì: i lettori di fantasy sono di destra, immaturi e vivono fuori dalla realtà.
Io ho quarantadue anni, sono sposata da sei, ho due bambine di cinque e due anni e mezzo. Leggere fantasy da quando avevo diciotto anni (fantascienza da quando ne avevo quindici) non mi ha impedito di costruirmi la mia vita, di studiare, trovare un lavoro e farmi una famiglia. Leggo fantasy? Sì leggo fantasy, e non vedo dove sia il problema. Onestamente mi irrita vedere – come vedo – lettori di Fabio Volo, di Alessandro Piperno o di Federico Moccia che guardano con superiorità la narrativa fantasy. Non dico che la fantasy sia superiore agli autori che ho citato (alcuni scrittori sì, altri no, anche nella narrativa di genere ci sono autori più o meno bravi), dico solo che ciascuno ha i suoi gusti, e che chi legge narrativa d’evasione non deve permettersi di giudicare chi legge narrativa di un genere diverso da quel che gli piace. Secondo me è segno di scarsa apertura mentale giudicare così negativamente ciò che non si conosce, ma se una persona è limitata è un problema suo e non mio.
Quel che proprio non ammetto è l’assurda caccia alle streghe di chi ha il potere di guidare l’opinione pubblica e che quindi dovrebbe sentire anche la responsabilità che questo comporta. Quante volte è stata fatta l’associazione fra rock e satanismo? Significa che tutti gli amanti del rock sono potenzialmente dei killer omicidi?


Un tizio amava Tolkien. Un giorno, per motivi suoi, è andato fuori di testa e si è reso protagonista di un gesto terribile. Dov’è l’associazione fra le due cose? Probabilmente il tizio amava anche altre opere oltre a quelle di Tolkien. Dobbiamo ritenere il professore di Oxford responsabile per ciò che ha fatto il suo lettore? Dobbiamo pensare che tutti i lettori di fantasy siano potenzialmente dei criminali? È questa l’associazione che tanta stampa ha lasciato intendere. Amante di Tolkien e del fantasy, estremista di destra e assassino. Se è così, allora dovremmo ritenere tutti gli appassionati di calcio potenziali assassini, visto che più volte sono capitati disordini negli stadi o nei loro dintorni. Dovremmo pensare che Steffi Graf sia una persona pericolosa, capace di ottenebrare la mente della gente, perché se Gunther Parke non fosse stato suo tifoso non si sarebbe mai sognato di pugnalare alle spalle Monica Seles.
Basta.
Basta, per favore. Non confondiamo fra loro cose diverse, le passioni normali con le menti che hanno seri problemi. Volete scrivere articoli seri? Allora parlate di quel che è successo, senza continuare a martellare su quello che è solo un dettaglio marginale in una vita finita nel peggiore dei modi.
COMMENTI (1)
Inviato il 18 dicembre a 19:00
È ancora peggio: perché queste persone che scrivono hanno l'intelligenza sufficiente per capire che stanno compiendo delle semplificazioni a dire poco criminali, giusto per raccogliere un po' di visibilità. Compiendo lo stesso atto, in fondo, che ha compiuto quel deficiente. Quindi non mi sento, come fai tu, di appellarmi al loro buon senso, perché sono semplicemente in malafede. Certe asserzioni vanno attaccate e basta, va resa evidente la loro assurdità e la loro pericolosità. Perché è proprio dalle semplificazioni che nascono il razzismo e la violenza che questi signori fingono di combattere.