Ma tu, cosa vuoi veramente?

Creato il 15 aprile 2014 da Assugoodnews @assunta73

Vi siete mai posti questa domanda? Io l’ho fatto varie volte nella mia vita. Mi sono guardata allo specchio e mi sono chiesta “ma tu, cosa vuoi veramente?”. Puntualmente rispondevo che quello che desideravo era irraggiungibile, che si trattava di sogni, che non ero abbastanza in gamba per raggiungerli. Poi, come ormai sapete, è successo qualcosa e ho cominciato il percorso di vita di cui vi racconto in questo blog. Un lungo lavoro su di me, il raggiungimento di una nuova consapevolezza, la serenità di aver compreso che sono artefice della mia vita e che tutto è possibile. L’unica cosa che occorre fare è capirlo, accettarlo, crederci e agire.

Siamo abituati a lamentarci. Le cose che non funzionano sono sempre li, chiare nella mente. E se qualcuno ci chiede “ma tu, cosa vuoi veramente?” la nostra risposta è una valanga di frasi in cui diciamo cosa NON vogliamo. Viene più semplice. Se il nostro interlocutore ci chiede “si ma invece cosa vorresti fare per cambiare la situazione?”. Blocco. Silenzio. E poi arriva inesorabile la risposta “ma figurati, come posso cambiarla. Ormai ci sono dentro!”.

La verità è un’altra. Abbiamo paura di essere felici. Perché, diciamolo, andarsene in giro con il sorriso stampato, la gioia di vivere, l’entusiasmo di una passione diventata lavoro, l’energia per affrontare situazioni difficoltose desta qualche sospetto nelle persone che incontriamo. In loro scatta l’idea che “solo noi non abbiamo problemi” e in noi si fa largo il pensiero “ma ti pare che mi devo giustificare? Ora ti dico i problemi che ho io”. E cosi parte il circolo vizioso della “guerra alla sfiga”. La domanda è : che senso ha? Fior fior di coach della PNL e di guru del pensiero positivo risponderebbero: “nessuno”. Io, oggi, mi associo a loro.

La guerra a chi ha più problemi non ha davvero alcun senso logico. Voler primeggiare nella gara a chi ha meno soldi, più problemi di salute, più difficoltà a trovare lavoro la trovo una pratica assurda. Ci sono cascata anche io nel mio passato. Ora non più. Adesso quando pongono dubbi sul mio essere felice a tutti i costi, risponde semplicemente che ho i problemi di tutti ma che ho deciso che questi non devono turbare il mio equilibrio. Soprattutto ho deciso che il mio presente è diverso e che lavoro al mio sogno. Come è possibile? Amandomi. Ho semplicemente raggiunto quella consapevolezza utile a dire: mi voglio bene e non mi faccio del male. Credo nel mio sogno e ci lavoro ogni singolo attimo della mia vita. La felicità? Quella ce l’ho già perché la riconosco nelle cose che ho oggi e non la cerco in quel che verrà o che aspetto.

Quindi, tornando al tema del post. Vi consiglio quello che ho fatto io: andate in luogo aperto (parco, mare, montagna) che non abbia barriere visive. Restate li per qualche tempo da soli. In mente solo una domanda “cosa voglio veramente?”. Se può aiutarvi scrivetela su un foglio e guardatela a lungo. Cercate dentro di voi la risposta. Vi garantisco che c’è. Fatevi aiutare dai ricordi del passato: cosa amavate fare da bambini (era anche uno dei consigli di Vale Giuffrè per riscoprire il nostro talento), cosa vi da la sensazione di perdersi nel tempo, cosa vi fa sentire unici. Non basta un’ora? Fa niente. Tornateci in quel luogo. Fino a che non avete trovato una risposta.

Quando arriva non mandatela via. Focalizzatela, visualizzate la vostra vita realizzando quel sogno. Pensate ai dettagli, alle emozioni che provate, a cosa potete fare, a come vivete. Non ponete limiti alla fantasia. Lasciatevi guidare dal sogno stesso senza porre barriere. Esattamente come il luogo in cui vi trovate: nessun muro, solo spazi aperti per poter vagare all’infinito.

Quando avete delineato il sogno, lo avete visualizzato e magari anche scritto sul foglio che vi chiede “cosa voglio veramente?” a quel punto muovetevi. Si, cominciate a muovervi in quella direzione. Non è necessario fare un passo enorme all’inizio. Ma la cosa importante è farne uno. In quella direzione. Sognate di tornare a ballare danza moderna come da ragazzine? Recuperate i video dei vostri saggi e divertitevi a ripetere quei passi. Volete diventare uno scultore riconosciuto in tutto il mondo? Aprite una pagina Facebook in cui pubblicate le foto dei vostri lavori del passato e quelli che state realizzando nel tempo libero.

Una passione, per diventare un lavoro, va alimentata a piccoli passi. (Click to Tweet!)

Successo è il participio passato di succedere. Questa è un’affermazione che fanno diversi coach di PNL e io la amo molto. Ci dice che avere successo significa far accadere quello che desideriamo ardentemente. E più il sogno è grande più sarà forte la motivazione.
Quando il vostro inconscio tornerà a farsi vivo con frasi del tipo “ma cosa credi di fare?” siate forti, tornate a visualizzare il vostro futuro realizzato e rispondente “vado li, dove il mio sogno si è realizzato”. Dovete essere forti, vi avviso, perché l’inconscio ci proverà ogni due per tre. E al primo intoppo – perché ce ne saranno – ci proverà con più determinazione. Ma tenete duro e vincerete.

Io a che punto sono? Ho superato grandi barriere che io stessa avevo costruito. Ho acquisito consapevolezza e capito quale è il mio sogno da realizzare. So chi voglio diventare e come voglio vivere. Sono in strada, in questo momento, sto camminando in quella direzione e la cosa meravigliosa che scopro che ogni passo fatto nella direzione giusta mi apre nuove opportunità. Per questo vi dico:

partite per il vostro viaggio subito. Tutto è possibile! (Click to Tweet!)



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