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ma tu perché scrivi? intervista a Inachis Io

Creato il 09 giugno 2011 da Lafenice
ed eccoci qua cari amici con un'altra puntata della rubrica "Ma tu perché scrivi?".
l'ospite di oggi è Inachis Io, autore della raccolta di racconti erotici "Dire Fare L'amore" (potete trovare la mia recensione qui). vorrei approfittare per ringraziarlo della sua disponibilità: Inachis, è stato un piacere averti nel "salotto della Fenice"!
ma tu perché scrivi? intervista a Inachis IoPerchè scrivi?
Scrivo perché mi piace raccontare storie, e prima di raccontarle mi piace immaginarle, vedere un particolare e cercare di intuire cosa significa, a cosa conduce. Raccontare è un modo di comunicare che permette all'altro di crearsi un suo spazio immaginario e di riempirlo come meglio crede. Scrivo di sesso perché mi pare che sia il momento in cui siamo tutti più nudi... anche metaforicamente. Nel sesso o si è se stessi fino in fondo, o si è falsi fino in fondo. E' una cartina di tornasole dell'animo umano.
da dove trai ispirazione?
Una volta mi hanno chiesto se le mie storie sono autobiografiche... Visto il tema, potrei dire "magari!". In realtà sono "eterobiografiche", ascolto molto la vita degli altri, le piccole grandi storie di ciascuno. Da lì nascono i miei racconti. Non sono però dei resoconti fedeli, sono piuttosto storie autonome che hanno preso spunto da fatti veri... spesso solo da un particolare. Per me sono i dettagli che fanno la storia.
come definiresti il tuo modo di scrivere?
Credo di scrivere partendo come zoomando all'indietro. Parto da un punto, una situazione sospesa, un dettaglio e poi allargo il campo a ciò che ci sta intorno, ai "perché", ai retroscena. Per quanto riguarda la scrittura erotica, invece, cerco di mettere meno descrizioni possibili degli atti: credo sia un rispetto dell'intelligenza del lettore. Ciò che già può immaginare, è inutile dirlo. Io vorrei dargli piuttosto le motivazioni e le conseguenze di quell'atto. Dirgli come lo hanno vissuto i protagonisti. Dargli, insomma, ciò che io so, ma il lettore no.
cosa significa essere uno scrittore emergente al giorno d'oggi?
Oggi in Italia ci sono più scrittori che lettori. Io non so se sono uno scrittore emergente, non so nemmeno se sono uno scrittore. Forse sono un contastorie. Per me questo significa innnazitutto modestia: cercare di diventare consapevole il più possibile delle proprie reali capacità e dei proprio limiti, non cercare il commento compiacente ma quello realistico, che fa crescere. Solo così si può imparare davvero a scrivere e capire se si ha qualcosa di nuovo e originale da dire.
qual'è la più grande soddisfazione ottenuta grazie la scrittura?
Il blog, la consegna del libro, l'uso dei social network creano un rapporto diretto con i lettori. Dietro ogni libro c'è un nome, un cognome, una persona. Spesso poi ricevo una mail, un commento, che mi dicono cosa ha suscitato la lettura. Tutto questo è molto importante per me, è un ritorno estremamente prezioso.
cosa ti spinge a continuare, malgrado le normali difficoltà?
Molto semplicemente, mi diverto!
Buona fortuna a tutti carissimi!

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