“Ma vada a farsi fottere”. Il popolo del Pd applaude, D’Alema è vivo.
Creato il 05 maggio 2010 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Ma che bella giornata! Scajola si dimette dimostrando di avere quel “senso dello Stato” già ampiamente manifestato a Genova, quando convinse anche le suore della qualità dei suoi manganelli ma, soprattutto, quando diede del “rompicoglioni” al giuslavorista Marco Biagi ucciso dalle Br. Scajola ha un senso dello stato tale che al confronto il suo Capo è un dilettante: “Mi dimetto per difendermi” ha detto. E magari lo farà anche, dimostrando che gli assegni intestati alle sorelle Papa, di cui girano da un po’ di tempo le fotocopie, sono il frutto del lavoro dei falsari Totò e Peppino De Filippo. Il “Claudio per noi”, già ospite delle patrie galere, non è certo un personaggio che si possa definire un gentiluomo ma si sa, essendo un propugnatore dell’amore contro l’odio, ha dimostrato davvero una grande sensibilità. Neppure indagato si è dimesso, dando la dimostrazione che per Berlusconi se non sei indagato non vali proprio una mazza per cui, aria! Berlusconi, sempre lui, ha detto che in Italia c’è troppa libertà di stampa, infatti dal 44esimo posto che il nostro paese occupava nella lista delle nazioni meno libere, siamo passati al 46esimo. In un anno la libertà di stampa ha avuto un avanzamento nella speciale classifica dei “censori” psicologici, forse c’entra il ddl sulle intercettazioni e la galera ai giornalisti birichini. Per Berlusconi anche la libertà di stampa deve avere dei confini. O i giornalisti si adeguano ai trend dei suoi stipendiati o è pronto a calare una mannaia di quelle portano direttamente in carcere e senza passare dal Via a riscuotere l’obolo. E per dimostrare di credere fermamente in quello che dice, ieri, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto Ocse, ha tenuto fuori dalla porta i giornalisti. Per Silvio l’unica conferenza stampa sopportabile è quella senza la stampa, pensa a tutto lui facendosi le domande e dandosi le risposte. Ma il top è stata la lite furibonda fra Alessandro Sallusti e Massimo D’Alema a Ballarò. Notoriamente in possesso di una faccia più paragonabile al miglior Christopher Lee di Dracula che ad un culo, Sallusti ha tentato di dimostrare che la vecchia “affittopoli” degli Anni ’90, è stata la madre di tutti i rapporti truffaldini dei politici con le loro abitazioni. Dopo aver puntato il dito contro D’Alema e avergli detto: “telefono…casa”, lo ha accusato di aver pagato affitti enormemente inferiori al valore effettivo dell’appartamento di proprietà degli enti previdenziali che occupava, e di averlo lasciato solo dopo che lo “scandalo” dei prezzi stracciati era scoppiato. Quando D’Alema ha provato a rispondere che lui se n’era andato per “sensibilità” e non perché avesse commesso un reato, Sallusti gli ha risposto che anche Scajola si è dimesso per “sensibilità”. Le uniche differenze fra i due sono che D’Alema, stando in affitto, pagava quanto previsto dall’equo canone-legge dello stato con soldi suoi, mentre Scajola la sua abitazione al Colosseo l’ha comprata con i soldi di Angelo Balducci che notoriamente non è un benefattore. Continua la perversa attitudine dei servi di Berlusconi di dimostrare che tutti sono colpevoli per cui nessuno è colpevole. Come può altrimenti, un governo basato sulle menzogne essere credibile? Ultima in ordine di importanza: Berlusconi è solo quarto nella classifica dei politici che riscuotono maggiore fiducia da parte dei cittadini. Al primo posto, Giorgio Napolitano, al secondo Gianfranco Fini, al terzo Giulio Tremonti e, appunto, al quarto posto Silvio Berlusconi. A Nando Pagnoncelli, responsabile dei sondaggi, è stata inviata una lettera anonima con dentro un proiettile accompagnato da un pelo di Jolanda. A lui la scelta, o un massaggio al Salaria Sport Village o…
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