Magazine Religione
A cosa serve l'educazione, le buone maniere, l'eleganza? A nulla, oggi. Oggi l'importante è non passare inosservati: non conta nulla il motivo per cui uno ci osserva, non conta come ci giudica, conta che ci veda. Quindi possiamo tranquillamente mandare in giro politici che vomitano turpiloqui, che giocano a cucù o a bau cietti, che fanno le corna, il dito medio, danno degli stronzi ai giornalisti o gli fanno il gesto del mitra, che comprendono e giustificano le stragi di un folle, che danno dei Kapò agli avversari politici, meglio se in sede internazionale, che si insultano in Tv, in parlamento. E' giusto così, ci serve visibilità, non lo diceva anche quel diversamente onesto con la schiena diversamente dritta "non importa se bene o male, purché se ne parli"? In fondo chi siamo noi italiani se non un popolo chiassoso, esuberante, pronto alla bagarre per non farsi pestare i piedi ovvero il contrario di quella vacua esortazione a non farsi riconoscere che viene da cuori pallidi e fastidiosi cerimonieri?
Quindi non dobbiamo farci rappresentare da persone educate ed eleganti: meglio persone pulite, anche sotto le ascelle beninteso, purché non profumate così da snaturare l’odore animale indispensabile ad affermare l’identità, a delimitare il territorio. Viva la maleducazione dunque e che gli altri si fottano.
Se pensate che io sia impazzito, voglio tranquillizzarvi: quanto sopra è un sunto di un articolo delirante di Lanfranco Pace sul giornale il Foglio.