Quando la pubblicità vuole parlare ai giovani, quasi sempre finisce per fare la stessa brillante figura del cinquantenne che si palesa alla festa del figlio con i jeans calati a metà culo dicendo - Ué, raga, c'è movimento? -.
E' un classico dell'incomunicabilità intergenerazionale, una cacca facilissima da pestare a tutta suola anche per chi di mestiere fa, o dovrebbe fare, il comunicatore.Questo perché è molto comodo pensare che per essere accettati dai giovani sia sufficiente esprimersi attraverso quello che si pensa essere il loro linguaggio (come se ce ne fosse uno solo e ufficiale) mettendo insieme quattro luoghi comuni a buon mercato, senza rendersi conto di come il tutto suoni falso e di conseguenza odioso.
Il cosiddetto gergo giovanile, anche nella versione più aggiornata, nel momento in cui esce dalla bocca costellata di corone e impianti di chi giovane non è più da un pezzo diventa immediatamente obsoleto e insignificante. Soprattutto se finalizzato alla paternale della campagna sociale governativa o paragovernativa, quella che vuole convincere i giovani a non fumare, non drogarsi, non ubriacarsi e non andare a schiantarsi in macchina alterati dai suddetti vizi. Sacrosanti quanto difficili insegnamenti, doverosi da parte del mondo adulto, che perdono di ogni credibilità quando l'adulto pensa di potersi trasformare in un tuo coetaneo per impartirteli da amico simpatico, illudendosi che tu ti beva la commedia. E malgrado sia palese che riuscirà a convincere soltanto chi già non aveva intenzione di fumare, drogarsi, ubriacarsi e schiantarsi in macchina, insiste in questa parte e ci prova a scadenze quasi regolari.
Adesso è venuto il turno della campagna contro il fumo promossa dal Comune di Milano in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi, ideata dalla premiata ditta Casiraghi&Greco.In questo caso, probabilmente grazie a estenuanti sessioni di brainstorming, gli adulti giungono a una geniale intuizione sul linguaggio giovanile del momento: i giovani d'oggi si esprimono con gli emoticons e gli sms. Ergo anche noi adottiamo con simpatia quel linguaggio (senza parolacce, però, che non bisogna dare il cattivo esempio) e rafforziamo il tutto con qualche dato di ricerca e una toccante frase dell'Assessore alla Salute Gianpaolo Landi di Chiavenna che, si sa, ha sui giovani più o meno lo stesso ascendente di Vasco.
Voilà.
Il risultato è una multisoggetto di ben ventidue poster, uno più spiritoso dell'altro. Proprio per questo non sono riuscito a fare una selezione e li ho pubblicati tutti.
Buon divertimento.