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Maaa… quanti esami ti mancano?

Da Margheritadolcevita @MargheritaDolcevita

Domanda che ogni universitario si sente rivolgere almeno tre volte la settimana.

Domanda che io mi sento rivolgere dal 2005, da quando facevo finta di studiare a Briolandia e avevo nientemeno l’ardire di rispondere “Pochi, sono in dirittura d’arrivo”.

Domanda che ogni tanto mi rivolge Sorella Luna, ma replico con un serafico “Non so”.

Domanda che mai avrei pensato di dover ascoltare in biblioteca, ma figuriamoci, appena hanno saputo che ero un’universitaria e che stavo facendo lì un tirocinio si sono sbizzarriti. Con tanto di consigli. Paterni e materni. Sul fatto che il pezzo di carta conta, ma bisogna finire alla svelta, che bisogna buttarsi anche se non si sa tutto, che bisogna impegnarsi, tante belle parole.

Al di là del fatto che thanks to dick, grazie al cazzo, ho pensato a quanto sono diversa da molte delle persone che mi circondano. Non solo non mi permetterei mai di consigliare certe cose a una sconosciuta (così come non chiederei mai a una persona che non conosco quanti esami le mancano), ma non me ne fregherebbe proprio niente. Anacleto dice che in questo gli assomiglio molto. Mia mamma era il contrario, una delle poche cose che non ho preso da lei. A me sostanzialmente non importa nulla o quasi della vita degli sconosciuti (o conoscenti) che popolano la mia. Sono gentile, cortese, educata, perbene, ma a me non cambia nulla sapere se la cassiera del supermercato è sposata da 15 anni o da 20. Così come non nutro particolarmente interesse nel sapere quanti figli ha tizia o che il figlio di caio ha passato l’esame di abilitazione di avvocato (giusto qualche esempio di queste ultime settimane). Io annuisco, sorrido ma non so mai che dire, non mi viene niente. Quella parte di protocollo sociale mi manca proprio. Segue un silenzio imbarazzante e io che torno a fare quello che facevo prima.

Mi rendo conto di non essere particolarmente piacevole, non sono la collega ideale, non parlo mai, non dico mai niente di me se non interrogata, forse passo per musona, ma non credo di esserlo, è che non mi viene proprio naturale. Preferisco leggere un bel libro. Poi però penso che potrei essere una pettegola da due soldi e allora forse mi è anche andata bene.



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