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Maalula

Creato il 11 settembre 2013 da Pim

Chi come me l’ha vista, ricorda Maalula come un grazioso villaggio di casupole colorate e viuzze pittoresche addossato contro un costone roccioso. Era la mattina del 5 agosto 2008 quando percorsi la ripida ascesa che conduce al convento dedicato a Santa Tecla, martire cristiana seguace di Paolo. Visitai anche il monastero di San Sergio, che si fa risalire al IV secolo, e come molti picchiai la testa contro lo stipite della porticina d’ingresso. Maalula, abitata da cattolici di origine greca, è forse l’ultimo luogo dove si parla ancora l’aramaico, una delle lingue più antiche al mondo, quella usata da Gesù. Quel giorno ascoltai il Padre Nostro per bocca di una ragazza che frequentava l’università nella vicina Damasco. Oggi Maalula è balzata al centro delle cronache per la terribile battaglia ingaggiata dall’esercito regolare siriano e i guerriglieri di Jabat al-Nusra. In mezzo la popolazione inerme, da sempre tacitamente avversa al duro regime di Bashar al-Asad ma ora preda di bande di criminali e briganti con l’alibi di Allāh - così è appassito il fiore della primavera araba. La Siria schietta e ospitale, civile e tollerante che conobbi cinque anni fa, pare essere stata inghiottita in un vortice di brutalità cieca, apparentemente inarrestabile. La nostalgia per la bellezza arcaica di quella terra si mescola al dolore per averla persa per un tempo incalcolabile.

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(Fotografie scattate a Maalula, Siria, il 5 agosto 2008)

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