Il fatto che l’ambiente intorno al settore mobile si stia riscaldando è un dato di fatto; dopo l’ingresso di Google con Android, la rivisitazione in chiave usabile di Windows Mobile, il timido ingresso di Samsung con Bada, la recente acquisizione di QNX da parte di RIM e tutta la serie di confusionarie iniziative mosse da Nokia (qui e qui) per decidere quale via intraprendere, ebbene dopo tutto questo le cose iniziano a farsi serie. Così se nell’ambiente desktop muovere lo status quo è da tempo un’operazione titanica (soltanto negli ultimi anni Apple è riuscita a farsi largo attraverso Windows mentre per Linux le cose vanno meno bene, segnando addirittura una regressione della misera quota di market share acquisita in troppo tempo – qui la replica di linuxblog), il mobile expirence è un ambiente in piena fermentazione. Ad oggi tuttavia l’unica seria alternativa ad iPhone è Android, sebbene, va ricordato, entrambe le aziende muovono i propri passi in direzioni parallele: mentre Android infatti vuole essere il sistema operativo per tutti (proprio come è stato per Windows, facendo però di una possibile grande base di installato un ottimo fattore di revenue per il proprio business core, l’advertising) Apple ha intrapreso la via consolidata dell’intesa perfetta tra hardware e software – rinunciando alla omnipresenza su tutto l’hardware. La pressione sull’azienda di Cupertino è comunque molto forte, tanto che la società pare abbia deciso di destinare parte delle risorse desktop all’ambiente mobile; così è possibile che il prossimo giugno all’annuale conferenza per gli sviluppatori (WWDC) potrebbe non esserci traccia del prossimo Mac OS X 10.7, come era solito aspettarsi (in compenso lo sviluppo continua e si vedono i primi segnali sul web). La decisione in realtà non sorprende più di tanto: già qualche tempo fa, all’annuncio di Mac OS X 10.5 Jobs disse che il delay tra due major upgrade sarebbe aumentato da uno ad almeno due anni. In ogni caso è indubbio che, al momento, il focus aziendale sia centrato sull’esperienza mobile; se l’obiettivo è quello di crescere più velocemente di Android il resto può anche aspettare (hardware desktop compreso); si spiegano così anche i diversi ritardi nella presentazione di nuovo hardware e software.