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Macadamia nut brittle: un gelato amaro per ricci/forte

Creato il 18 aprile 2011 da Valed @valentinadoati
Classici nelle tematiche, spudorati nel linguaggio: loro sono Stefano Ricci e Gianni Forte, autori televisivi celebrati anche dal mondo teatrale e ai quali il Teatro dell’Elfo dedica una “personale” di tre spettacoli (Troia’s Discount, Macadamia Nut Brittle e Pinter’s Anatomy).MACADAMIA NUT BRITTLE: UN GELATO AMARO PER RICCI/FORTEMacadamia Nut Brittle è un testo che parla dell’amore, della difficoltà di crescere e di rapportarsi alla nostra società. Uno spettacolo graffiante contro il consumismo inteso come omologazione e che mostra le difficoltà di tutta la generazione di “quelli che non sono più ragazzi e non sono ancora adulti” di trasformarsi, cambiare forma, crescere.In scena quattro performer (tre uomini e una donna) danno forma all’immaginario rubato agli anni Novanta, ironizzano con sarcasmo corrosivo sulla televisione, la musica, i personaggi e personaggini del cinema, delle fiction, delle serie tv, lasciando intuire il vuoto di contenuti e di valori che si nasconde dietro la facciata glamour della società dei consumi. Un vuoto che rallenta il percorso di crescita dell’individuo: la ricerca di un’identità, di una “forma” è sempre più difficile; la società impone l’omologazione dell’espressione di sé, la classificazione, l’etichettamento. «Non voglio crescere. Voglio andarmene prima di smettere di cambiare forma», dice uno dei personaggi. Molto contemporaneo.Un vuoto che si cerca di riempire con la bulimia sentimentale ed emotiva: il bisogno di amore trova come risposta il sesso. Frenetico, ingordo, violento, umiliante: l’amore prende tutte queste forme, ma mai quella dell’incontro vero. «Conoscere qualcuno sotto la pelle è ambizione umana»: Ricci/Forte rappresentano il bisogno febbrile e adolescenziale di conoscere l’altro attraverso tutti i sensi, di imparare la grammatica delle relazioni, di disegnare l’anatomia dei sentimenti. Alla fine bisogna diventare grandi, ma si impara che siamo soli, sempre e nonostante l’affannosa e illusoria ricerca del contatto con l’altro e il bisogno di provare emozioni.Ricci/Forte sono autori-cult sebbene non facili: il loro côté più mondano e pop strizza l’occhio al pubblico, ottiene la simpatia dello spettatore per poi attaccare con il sarcasmo delle parole, la violenza del gesto che provoca un fastidio non moralista ma dei nervi. La loro dote principale è la coerenza: dichiaratamente e spudoratamente provocatori, non arretrano di fronte alla sfida di portare la loro provocazione fino in fondo, oltrepassando limiti che raramente si rischia di infrangere in scena. Atti sessuali espliciti, linguaggio crudo, violenza autentica (e non simulata come accade in teatro): sembra un romanzo, e infatti il loro immaginario deve molto alle suggestioni di Dennis Cooper, novelliere americano specialista nello scardinamento della struttura oggettiva del racconto. Anche Macadamia Nut Brittle non ha una trama né un punto di vista unitario: fedele alla poetica della coppia di autori, lo spettacolo mette al centro il performer, l’uomo in scena, il suo corpo, mostrato e usato in tutte le sue possibilità. Il fine è sempre l’indagine sull’Uomo, tema prettamente classico: come i protagonisti dello spettacolo, anche il testo non vuole essere catalogato, etichettato, classificato, ma lasciato libero di esplorare.Il limite che si intravvede in questa ricerca è che la sperimentazione diventi una forma fissa, un cliché. Inoltre Macadamia Nut Brittle cede al rischio della ripetizione ridondante (seppur con variazioni) dei temi, patendo gli ottanta minuti di durata. Manca ancora qualcosa ai due formidabili e scandalizzanti autori per “diventare grandi”: concedere qualche sbavatura nella perfetta costruzione tecnica a vantaggio di un impatto emotivo più immediato, che lasci nello spettatore un’impressione più profonda e che duri più del tempo di una canzone di Beyoncé. visto al Teatro Elfo Puccini il 14.IV.2011

MACADAMIA NUT BRITTLE

regia Stefano Riccimovimenti Marco Angelilli stylist Simone Valsecchicon Anna Gualdo, Andrea Pizzalis, Fabio Gomiero, Giuseppe Sartori(durata dello spettacolo: 80 minuti)

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