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- Scritto da Fabrizio Guida
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- Categoria: Recensioni film in sala
- Pubblicato: 15 Gennaio 2016
"Il bello è brutto, il brutto è bello".
Con l'apparizione delle tre streghe profetiche inizia il Macbeth del regista australiano Justin Kurzel, ennesima trasposizione e rivisitazione cinematografica della tragedia shakespeariana. Ricordiamo infatti tra le varie quelle di Orson Welles del 1948, Akira Kurosawa del 1957 (Il trono di sangue) e Roman Polansky del '71: le più famose, ma anche le più discusse e acclamate.
Così come l'inizio, anche il resto del film rimane fedele e rigoroso alla storia e ai dialoghi dello scrittore inglese, salvo qualche libertà del regista nella sceneggiatura, come il funerale del figlio della coppia protagonista, personaggio che non appare nell'opera teatrale.
La tragedia, come ben noto, narra la storia della sanguinosa ascesa al trono di Macbeth, uomo ambizioso e tormentato che da eroe lo si vedrà trasformarsi in un tiranno assetato di potere e pronto a tutto per diventare re di Scozia, spinto e manipolato da sua moglie, Lady Macbeth, donna dall'animo corrotto che ricorda la femme fatale del più classico dei film del cinema noir.
Anche se con qualche libertà, questo Macbeth è affascinante, la coppia Michael Fassbender e Marion Cotillard è magnetica. La loro è un interpretazione molto rigorosa e centrata, in cui sono amanti tormentati che provocano paura, tristezza e stupore durante tutto il film. I loro monologhi sono da brividi. Ciò che colpisce di più è sicuramente l'ammirevole fotografia che ricorda l'estetica di un fumetto dark, ricca di ambientazioni tetre e selvagge. I colori e le luci fanno da protagonisti, con un cielo che muta fino quasi a trasudare sangue nel finale, con la morte di Macbeth.
Degne di nota sono anche le musiche e i costumi; quello che non convince è proprio la regia, una messa in scena fedele che a volta risulta noiosa e convenzionale non aggiungendo nulla di nuovo.
In conclusione, questo Macbeth, è comunque un buon film, seppur non del tutto all'altezza delle precedenti opere cinematografiche, in modo particolare a quella di Polansky.
Voto:2,5/4