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MACBETH - Questo presagio soprannaturale
non può essere tristo,
non può essere buono;
[..]
Il mio pensiero, dove l'assassinio
è sol fantasticato, scuote già
a tal punto la mia essenza d'uomo,
da soffocarne quasi ogni funzione
nel fumo d'un idea senza contorni;
e nulla è, tranne ciò che non è.
MACBETH - (Sempre tra sé)
Se il fato vuole ch'io diventi re,
ebbene il fato mi può incoronare,
senza ch'io abbia a muovere un sol dito.
BANQUO - (c.s.)
Gli onori che gli son piovuti addosso
gli stanno come a noi certi vestiti,
che non s'adattan bene alla vita
se non con l'uso.
MACBETH - - (Tra sé)
Principe di Cumberland!...
Un gradino su cui dovrò inciampare,
o dovrò superarlo con un balzo,
perché si piazzerà sul mio cammino.
Stelle, oscurate il vostro fiammegiare,
che la luce non penetri i segreti
dei neri, tenebosi miei propositi!
L'occhio non veda quel che fa la mano;
ma si compia quell'atto che, compiuto,
l'occhio avrà orrore pur di riguardare!
LADY MACBETH - Ma non mi fido della tua natura:
troppo latte d'umana tenerezza
ci scorre, perché tu sappia seguire
la via più breve. Brama d'esser grande
tu l'hai e l'ambizione non ti manca;
ma ti manca purtroppo la perfidia
che a quella si dovrebbe accompagnare.
Quello che brami tanto ardentemente
tu vorresti ottenerlo santamente:
non sei disposto a giocare di falso,
eppur vorresti vincere col torto.
MACBETH - non facciamo che insegnare sangue,
ed il sangue insegnato torna sempre
ad infettar colui che l'ha insegnato.
LADY MACBETH - Ti fa tanta paura
mostrarti nell'azione e nel coraggio
quello stesso che sei nel desiderio?
Tu vuoi avere quello che consideri
l'ornamento di tutta un'esistenza,
e intanto vuoi continuare a vivere
stimandoti un ingnobile vigliacco,
lasciando che il "non oso"
sia sempre agli ordini dell'"io vorrei"
MACBETH - E celi un falso volto un falso cuore.
PORTIERE - S'è brindato, signore, in verità,
sino al secondo cantare del gallo;
ed il bere si sa, causa tre cose.
MACDUFF - E quali?
PORTIERE - Beh, signore: naso rosso,
gran voglia di dormire e pisciarella.
La lussuria la provoca e la sprovoca;
perché ne provoca, bensì, la voglia,
ma ne impedisce poi l'esecuzione.
Si può dire perciò che il troppo vino
si diverta a imbrogliarla, la lussuria;
la fa e disfà, la tira su e l'abbatte,
l'eccita e la diseccita; la drizza,
e poi non sa più mantenerla su.
LADY MACBETH - Ciò ch'è senza rimedio,
non val che ci si pensi più di tanto:
quello che è fatto è fatto.
LADY MACDUFF - Lui non ne ha avuta. È stata una follia
fuggir così; a farci traditori
quando non son le azioni, è la paura.
LADY MACDUFF - Ah, Dio t'aiuti, povero scimmiotto!
Come farai adesso, senza padre?
FIGLIO - Se fosse morto tu lo piangeresti.
Se non lo fai, a me pare buon segno:
vuol dire che avrò presto un'altro padre.
MALCOLM - Cerca di farti cuore come puoi.
Non c'è notte sì lunga
che non abbia speranza di mattino.
MACBETH - La vita è solo un'ombra che cammina,
un povero attorello sussiegoso
che si dimena sopra un palcoscenico
per il tempo assegnato alla sua parte,
e poi di lui nessuno udrà più nulla:
è un racconto narrato da un idiota,
pieno di grida, strepiti, furori,
del tutto privi di significato!
MACBETH - S'è per baciar la terra sotto i piedi
del giovinetto Malcolm,
s'è per essere morso dall'insulto
della plebaglia, non m'arrenderò.
S'anche l'intera foresta di Birnam
è a Dunsinane venuta,
e s'anche tu, che mi sei qui davanti,
non sei stato da donna partorito,
io mi gioco qui l'ultima partita.
Ecco, pongo il mio scudo di battaglia
avanti a me. Perciò, Macduff, in guardia!
E dannato chi dice prima:"Basta".