Maccabi Tel Aviv: tra storia e minaccia

Creato il 12 aprile 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

Quando il Maccabi Tel Aviv ha espugnato l’Audi Dome di Monaco di Baviera e ha blindato il terzo posto nel Gruppo F delle Top 16 di Eurolega, molti tifosi storici dell’Olimpia Milano hanno sorriso: le immagini gloriose di Losanna e Gand si sono riflesse nei loro occhi nostalgici e hanno riempito di voglia i loro animi accesi. Ventisei anni dopo l’ultimo trionfo in Coppa dei Campioni, l’EA7 Emporio Armani Milano affronterà nuovamente la squadra-simbolo del basket israeliano in una serie decisiva per l’accesso alle Final Four: le maglie gialle del Maccabi accompagneranno l’ennesima impresa europea dell’Olimpia o spegneranno i sogni di gloria di Luca Banchi?

DALLE STELLE AGLI STENTI?

Il Maccabi Tel Aviv ha una tradizione incredibile: il popolo israeliano venera la pallacanestro come una seconda religione e affida buona parte della sua identità sportiva al glorioso club di Shimon Mizrahi. Se a quelle latitudini ci fosse l’usanza di cucire sopra lo stemma una stelletta celebrativa ogni dieci titoli vinti, David Blu e i suoi compagni avrebbero una divisa che si confonderebbe con il logo di un noto movimento che un celebre comico italiano ha fondato pochi anni fa: il Maccabi domina il campionato d’Israele con una regolarità sconcertante e, anche se quest’ultima stagione ha regalato ai tifosi della mitica Yad-Eliyahu (oggi Nokia) Arena qualche bizzarro grattacapo domestico, i successi delle pur quotate formazioni di Gerusalemme si contano sulle dita di una mano. In ogni sua trasferta europea, il club di Tel Aviv è preceduto dal suo enorme blasone e da notevoli schiere di tifosi: in ogni palazzo dello sport, la curva riservata ai sostenitori del Maccabi si trasforma in una torrida marea gialla, che guida la squadra di coach David Blatt verso nuovi traguardi. Anche se i tempi di Šarūnas Jasikevičius, Anthony Parker, Tal Burnstein, Nikola Vujcic, Maceo Baston e Derrick Sharp sembrano piuttosto lontani, il calore del pubblico israeliano non è mai venuto meno: la Nokia Arena è ancora un fortino semi-inespugnabile, che si accende nelle occasioni speciali e coltiva una tradizione inestinguibile

UN’ANIMA “ITALIANA”

Il Maccabi Tel Aviv 2013-2014 assembla diversi elementi che hanno conosciuto l’ambiente della Serie A: il geniale demiurgo israeliano David Blatt ha occupato stabilmente la panchina che era stata del santone Pini Gershon e ha restituito al club un ruolo di primo piano nel panorama continentale. Dopo le imprese di Treviso e i successi con la nazionale russa, Blatt ha trasformato i semi-sconosciuti Devin Smith, Ricky Hickman e Alex Tyus in giocatori di grande rendimento: lo swing-man ex-Avellino ha messo al servizio della marea gialla la sua versatilità offensiva; l’ex-compagno di reparto di Daniel Hackett a Pesaro ha caricato di esplosività il back-court e ha formato un’asse play-pivot al tritolo con il lungo che ha deliziato il Pianella con i suoi voli sopra il ferro. Se Tyrese Rice ha dimostrato di saper segnare e di essere un ottimo cacciatore di falli, David Blu e Guy Pnini hanno aperto le difese con il loro tiro da tre punti e hanno reso ancor più devastante l’impatto fisico di “Big Sofo” Schortsanitis: il colossale lungo greco-camerunense è uno dei giocatori più inarrestabili e – al tempo stesso – meno impiegabili d’Europa poiché riesce a spazzare via dal campo chiunque con la sua educatissima potenza, ma non è in grado di gestire efficacemente i suoi sforzi nell’arco dei 40 minuti. I pericoli in maglia gialla non sono finiti qui: l’Emporio Armani dovrà prestare parecchia attenzione anche al mancino ex-Barcellona Joe Ingles, capace di esaltarsi nelle grandi occasioni – regolare protagonista dei clàsicos – e sempre pronto a leggere le debolezze dei suoi avversari, e al piccoletto terribile Yogev Ohayon, che, nei quarti dello scorso anno, ha creato non pochi problemi all’Olympiacos di Sua Maestà Spanoulis.

SERIE AFFASCINANTE

Il Maccabi affronterà l’Olimpia con la consapevolezza di essere una grande squadra e di avere un fattore-campo determinante: coach Banchi dovrà difendere a tutti i costi il parquet del Forum e cercare di mettere a nudo le debolezze difensive dei suoi avversari. Sarà una serie lunga e affascinante, che restituirà al basket italiano le luci del più importante palcoscenico europeo. Let’s get this show started!


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