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Macchie dentali e farmaci

Creato il 31 maggio 2012 da Bico @M_bico

Le discromie dentali, ovvero le alterazioni di colore che caratterizzano in alcuni casi lo smalto dentale, possono riguardare anche soggetti molto giovani, come bambini e adolescenti.

Le alterazioni nella pigmentazione dello smalto sono una realtà molto diffusa e possono dipendere sia da fattori genetici (ogni singolo individuo possiede una naturale gradazione di colore e una differente mineralizzazione dello smalto dentale) sia da componenti esterne, come l’assunzione regolare di bevande scure (ad esempio caffè, tè, vino rosso, cola…) il consumo di alimenti molto colorati (mirtilli, carote, aceto balsamico, liquerizia…) oppure l’abitudine al fumo.

Cure canalari (devitalizzazioni) e otturazioni con materiali obsoleti come amalgama e argento, possono scurire gli elementi dentari.

Anche l’età infine, rappresenta un elemento in grado di influire sulla luminosità del colore dentale.

Nei pazienti molto giovani e negli adulti che non presentino una predisposizione congenita né consuetudini svantaggiose, la discromia dentale può essere causata dall’assunzione prolungata di particolari categorie di farmaci.

Mentre abitudini come fumo e alimentazione, possono provocare alterazioni superficiali e transitorie della pigmentazione dentale, alcune tipologie farmacologiche possono interagire in modo profondo aggredendo la dentina (tessuto interno del dente) conferendo ai denti, in modo permanente, una colorazione più scura che va dal giallo, al marrone, al grigio, e può essere diffusa o a macchie.

Macchie dentali e farmaci
Nel gruppo di farmaci in grado di provocare discromie definitive, i più utilizzati sono il fluoro e alcuni antibiotici, particolarmente dannosi se somministrati durante il periodo di formazione dei denti.

Il sovradosaggio di fluoro causa una ipormineralizzazione dentale (fluorosi) che si manifesta in casi lievi con piccole macchie bianco opaco, e in casi più gravi con macchie più scure e solchi nello smalto.

Alcuni antibiotici ad ampio spettro, ad esempio il gruppo delle tetracicline, possono scurire e macchiare i denti in modo definitivo e la loro prescrizione è generalmente sconsigliata in età infantile.

Amoxicillina in associazione con altri farmaci, può determinare pigmentazione transitoria. Parimenti, la clorexidina, medicinale antisettico presente in diversi colluttori e gel dentali (utilizzati ad esempio nella cura della piorrea), utilizzata ad alta concentrazione e in modo prolungato, può dar luogo a discromie transitorie.

Come intervenire sulla pigmentazione dentale?

Per quanto riguarda le discromie più superficiali o estrinseche dello smalto, può essere sufficiente effettuare una pulizia professionale, ad esempio utilizzando idrojet in associazione a bicarbonato o strumenti ad ultrasuoni.

Lo sbiancamento professionale a base di perossido di idrogeno, é indicato invece per smacchiare i denti in profondità, senza intaccare la salute dello smalto.

A fronte di amelogenesi imperfette, alterazioni congenite della mineralizzazione dello smalto o avvallamenti dello stesso indotte da interazioni farmacologiche, possono rendersi necessarie applicazioni in composito, a sostituzione e rafforzamento dello smalto naturale.

Nell’adulto, la soluzione protesica ai problemi estetici di discromia e di alterazione dello smalto, può risiedere nell’applicazione di faccette in ceramica integrale.

 

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