L'essere c'è.
Nell’era tecnocratica c’era una volta l’essere definito umanoide che, illudendosi di essere rimasto umano studente, aveva conseguito la laurea in scienze di economia politica alla normale (si fa per dire) di Pisa. Era molto bravo e con intelligenza riusciva sempre ad ottenere le massime valutazioni dalla Macchina Verifiche Imparziali. L’umanoide aveva appreso bene la questione degli addebiti; infatti, in ogni problematica, sceglieva quella conservatrice, così risultava debitore il popolo (modo di dire dell’epoca) sovrano che, terrorizzato dalla minaccia del burrone (burr = one, luogo dirupato e scosceso con burro) stava zitto e buono. L’umanoide perciò era sempre in grande debito nei confronti della distribuzione automatica del mercato delle banane e, sentendosi in colpa, lavorava continuamente giorno e notte senza riposo e senza ricercare alcun umano pensiero. E’ chiaramente evidente che la categoria dominante nell’era tecnocratica è quella della conservazione; difatti nulla si deve capire e nulla si deve cambiare, piuttosto tutto deve progredire nel perenne non cambiamento e nella infinita promessa della ripresa. Ripresa sì, però quella conservativa. (Ricordo da un racconto di Tirella).
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P E R N A C C H I O N E
Quando il tuo corpo
non sarà più, il tuo
spirito sarà ancora più
vivo nel ricordo di
chi resta – Fa che
possa essere sempre
di esempio.
-Sabato Martelli Castaldi-