Mancano una manciata di giorni all’apertura dell’edizione 2012 di Bollicine su Trento. E non mi pare che le notizie abbondino. Almeno in rete. Ho dato una rapida occhiata poco fa a mister google, ma i risultati sono stati sconcertanti. A parte i siti istituzionali (Palazzo Roccabruna, Visittrentino, Camera di Commercio) e la sempre attentissima, agli affari trentodocchisti, sede di Trento di Agenzia Ansa, i siti indipendenti e i circuiti news di settore che dedicano attenzione all’evento mi sembrano davvero pochini. Digitando la chiave “bollicine su trento 2012”, in prima pagina, e in settima posizione, compare addirittura il nostro blog con una notizia pubblicata un anno fa. Vabbè, poco male. Si vede che ai faraoni della promozione trentina del metodo classico va bene così. E noi ci inchiniamo. Devotamente.
Ciò che invece mi ha lasciato estremamente perplesso è stata la lettura dell’ultima edizione della newsletter “inTrentino”, l’organo di informazione settimanale che fa capo alla publi-promozione provinciale. Nel dare notizia del prossimo evento – dal 22 novembre al 9 dicembre –, Bollicine su Trento diventa il festival di “sua eccellenza Trentodoc”. Ora, siccome non ho la pretesa di avere la verità in tasca e siccome su questo tema, diciamo così, grafico-lessicale mi sono lambiccato la testa assai spesso in passato, mi chiedo, vi chiedo, chiedo alle Supreme Autorità promozional-politiche trentine: quale è la corretta grafia di questo benedetto brand collettivo? Tutto maiuscolo (TRENTODOC) – così del resto appare sempre sulle etichette delle bottiglie trendocchiste e sulla famigerata bottiglia nera di rappresentanza –, o in minuscolo (trentodoc), o mezzo in maiuscolo e mezzo in minuscolo (TrentoDoc/Trentodoc)? Trattandosi di un marchio, cioè di un’icona che dovrebbe essere riconoscibile immediatamente e senza tentennamenti dal consumatore, credo – dico credo, perché con il mestiere dei markettari ho poca dimestichezza – che la regola numero uno sia quella di scriverlo sempre allo stesso modo, con la medesima grafia. O no? Quindi, per favore, Supreme Autorità Custodi del Sacro Marchio, sareste così cortesi da fornire una definitiva e inequivocabile interpretazione autentica? A me, ma soprattutto a quei benedetti consumatori finali che non sanno più che pesci pigliare. Grazie.
F. to
Cosimo Piovasco di Rondò (in stato confusionale ma sempre fiducioso)