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MACEDONIA: Giornalista condannato a 4 anni. C’entrano le sue inchieste?

Creato il 30 ottobre 2013 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 30 ottobre 2013 in Macedonia, Slider with 1 Comment
di Lavdrim Lita

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Il giornalismo in Macedonia ha subito un duro colpo dopo la decisione del tribunale di Skopje di condannare a quattro anni e mezzo il giornalista Tomislav Kezarovski per aver rivelato l’identità di un testimone protetto in un caso di omicidio. L’accusa riguardava un articolo che Kezarovski aveva scritto per la rivista Reporter 92, nel 2008.

Nel febbraio di quest’anno, il testimone protetto Zlatko Arsovski ha affermato di aver testimoniato il falso, poiché era stato minacciato dalla polizia, contro  i fratelli Ordan e Ljupco Gjorgievski, gli imputati dell’omicidio del 57enne Lazar Milosevski nel villaggio di Orese, vicino Veles, e contro Gjorge Petrovski, estradato dagli Stati Uniti come mandante del crimine. Gli imputati avevano sostenuto fin dall’inizio che un ispettore di polizia li aveva incastrato per l’omicidio.

Ma i pubblici ministeri al processo Kezarovski a Skopje hanno sostenuto che il suo articolo ha permesso ai convenuti al processo per omicidio di scoprire l’identità del testimone protetto e di influenzarlo fino a modificare la sua testimonianza. Kezarovski ha presentato ricorso. Nel frattempo ha trascorso cinque mesi in carcere in attesa del processo. Gli avvocati di Kezarovski hanno dichiarato che il giornalista è stato condannato solo a causa del lavoro investigativo nel caso del misterioso incidente a Veles in cui è morto il direttore di “Focus”, Nikola Mladenov.

L’incidente si era verificato nelle ore serali, e alla polizia sono state necessarie 12 ore per trovare l’auto e il corpo. La polizia aveva annunciato che era riuscita a localizzare l’auto attraverso il cellulare della vittima, salvo poi dire che il telefono non è stato trovato sul luogo dell’incidente. Kezarovski corse dunque sulla scena dove aveva notato che le indagini della polizia erano state frettolose. Nel suo reportage, Kezarovski scrisse che la polizia aveva lasciato sul posto dell’incidente alcuni effetti personali di Mladenov, che avrebbero dovuto servire come prova materiale.

“Kezarovski è convinto che tutto ciò sia dovuto alla ricerca di prove sulla morte di Nikola Mladenov”, ha detto il suo avvocato Andrew Rogunovski. Kezarovski nella sua arringa finale davanti alla Corte ha dichiarato che, nel periodo in cui scrisse il pezzo il testimone non godeva ancora della protezione, e che lui ha solo fatto il suo lavoro giornalistico. “Non ho minacciato la vita di nessuno, ma ho i miei doveri di segnalazione. Nei miei articoli ho mostrato come funzionano le strutture giudiziarie e quelle del ministero dell’interno“, ha detto Kezarovski .

La decisione del tribunale ha messo in allarme i giornalisti in Macedonia. Il presidente dell’Associazione dei Giornalisti, Naser Selmani ha detto che con questa decisione è stato condannato non solo Kezarovski, ma anche il giornalismo e la libertà di espressione. “La Macedonia è diventata l’unico paese in Europa sud-orientale con un giornalista incarcerato per un testo che ha scritto. Il messaggio è molto inquietante – ogni giornalista che rivela l’abuso istituzionale può finire in prigione”, ha detto Selmani. L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, OSCE, ha espresso profonda preoccupazione per la condanna del giornalista macedone. “Questa decisione è preoccupante e invia il messaggio ad altri giornalisti di autocensurarsi”, ha detto il rappresentante dei media dell’OSCE, Dunja Mijatovic.

Tags: autocensura, Dunja Mijatovic, giornalismo, Lavdrim Lita, Mecedonia, media, Naser Selmani, Nikola Mladenov, Tomislav Kezarovski Categories: Macedonia, Slider


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