Macedonia. Incontro Gruevski-Zaev per risolvere la crisi, ma con poco ottimismo

Creato il 29 giugno 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

di Giacomo Dolzani

Si sta tenendo in queste ore a Skopje, capitale della Macedonia, un nuovo incontro tra il premier, Nikola Gruevski, ed il leader dell’opposizione, Zoran Zaev, nel tentativo di trovare una soluzione alla grave crisi che negli ultimi mesi ha infiammato la scena politica macedone.
Il primo ministro, a capo del partito conservatore (Vmro Dpmne), e Zaev, presidente dell’Unione Socialdemocratica di Macedonia (Sdsm), affiancati dai leader dell’Unione Democratica per l’Integrazione, partito minoritario della coalizione di governo e del Partito Democratico degli Albanesi, alla presenza degli ambasciatori di Stati Uniti ed Unione Europea discuteranno sulle condizioni per un accordo tra le parti in lotta.
Entrambe le fazioni sono però arroccate sulle loro posizioni: le opposizioni chiedono a Gruevski un passo indietro ed un governo di unità nazionale, il quale conduca il paese ad elezioni anticipate, il premier invece, da parte sua, è disposto al massimo a concedere alcune riforme, senza però essere disponibile a modificare la composizione dell’Esecutivo e, ancor meno, a presentare le proprie dimissioni.
Il duro scontro tra le due parti è nato in seguito alla pubblicazione da parte di Zaev di migliaia di intercettazioni telefoniche, tramite  le quali si è scoperto che l’Esecutivo avrebbe tenuto sotto controllo illegalmente le telefonate  e le e-mail  oltre 20.000 cittadini tra giornalisti, politici e attivisti di Ong. In queste registrazioni si possono ascoltare funzionari del Governo, ministri e lo stesso premier, discutere di brogli elettorali, di controllare la stampa, di pilotare nomine a cariche pubbliche, di insabbiare casi di omicidio ed altre questioni che hanno portato a galla il sistema di corruzione che permea le istituzioni del paese balcanico.
Gruevski ha sempre sostenuto che queste registrazioni, a suo dire false, sarebbero state create appositamente da dei non meglio definiti servizi segreti stranieri, i quali le avrebbero fornite a Zaev (nel mentre accusato di spionaggio ed attività sovversiva) con il fine di destabilizzare il paese.
Alle manifestazioni di piazza, organizzate sia dai partiti di maggioranza che da quelli di opposizione, si è poi aggiunta la sollevazione dei comitati studenteschi contro la riforma dell’Istruzione Superiore, che ha portato decine migliaia di universitari a scendere nelle strade della capitale per protestare e chiedere il ritiro del provvedimento.
Questa situazione di altissima tensione, incrementata ulteriormente dagli scontri nel nord del paese con i gruppi armati di indipendentisti albanesi, sta compromettendo notevolmente il percorso di integrazione dello stato balcanico nell’Unione Europea, la quale richiede riforme radicali, anche nella lotta alla corruzione, che Skopje non sembra, per ora, in grado di mettere in atto.

da Notizie Geopolitiche



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