Posted 29 settembre 2013 in Balcani Occidentali, l'occhio sul mondo, Macedonia with 0 Comments
di Luca Vasconi
Skopje è la capitale e la città più popolosa della Repubblica di Macedonia. Con i suoi seicentomila abitanti, più di un quarto della popolazione del paese, è il centro politico, culturale ed economico della nazione.
La città sorge in una valle lungo il corso del fiume Vardar in una delle rotte principali dei Balcani tra Belgrado ed Atene.
Conosciuta dai Romani con il nome di “Scupi”, nel corso dei secoli Skopje subì l’avvicendarsi di diverse dominazioni di popoli slavi, bizantini, bulgari, normanni e serbi fino alla conquista turco-ottomana del 1392 che si concluse nel 1912. In seguito alla seconda guerra mondiale, nel 1945, la città è stata dichiarata capitale della Repubblica Socialista di Macedonia, conoscendo un periodo di notevole sviluppo economico e culturale. Nel 1963 Skopje fu sconvolta da un forte terremoto che provocò gravi perdite umane e ingenti danni strutturali.
Nel 1991, dopo il crollo della Jugoslavia, Skopje divenne la capitale della neonata Repubblica indipendente di Macedonia. L’utilizzo del nome “Macedonia” da parte del nuovo stato ha creato forti polemiche ed è tuttora al centro di una accesa disputa con la vicina Grecia. Il governo greco si oppone all’uso del termine “Macedonia” per l’ambiguità che questo crea tra la Repubblica di Macedonia e la regione greca della Macedonia. La Repubblica di Macedonia è anche accusata dalla Grecia di appropriarsi di simboli e figure storiche che sono considerati parte della cultura greca e di promuovere il concetto irredentista di una “Macedonia Unita” che comprende rivendicazioni territoriali su Grecia, Bulgaria, Albania e Serbia..Le relazioni internazionali della Repubblica di Macedonia con questi paesi sono state in questi anni piuttosto problematiche.
Con l’intento di rafforzare l’identità nazionale di un paese nato da poco più di venti anni, nel 2010 il governo ha lanciato l’ambizioso progetto “Skopje 2014” che ha visto lo stanziamento di cinquecento milioni di euro per la costruzione di strade, ponti, musei, fontane, enormi statue di eroi nazionali e grandiosi edifici burocratici, con l’obiettivo di trasformare radicalmente la città entro il 2014. Questi interventi hanno creato uno stridente contrasto tra la nuova Skopje e la città vecchia, con le sue storiche case in stile ottomano, le moschee, le chiese bizantine, gli Hamam e il vivace quartiere del Bazar.
Il progetto è stato fortemente criticato per l’alto costo, in un paese che dovrebbe investire risorse per risolvere gravi problemi sociali ed economici, e per l’aver trasformato la città in una piccola Las Vegas in salsa National-kitsch.
A pochi passi dalle principali attrazioni turistiche della città vecchia, dalle grandiose nuove opere e dalla movida dei bar alla moda della nuova Skopje sorge il quartiere di Topana, abitato da persone di etnia rom e albanesi emigrati dal Kosovo. Le guide turistiche non citano Topana o la cittadina di Sutka, a dieci minuti di bus dalla città, popolata interamente da Rom e governata da Elvis Bajram, un sindaco rom.
Non andate in quei posti, è pericoloso e non c’e niente da vedere, vi sarà detto.
Il rischio più grande è che possiate scoprire quanto puo’ essere ospitale gente che non possiede nulla e che capiate che qualcuno dei cinquecento milioni di euro investiti nel grandioso progetto “Skopje 2014” avrebbe potuto esser utilizzato diversamente. Un paio di statue dorate in meno e forse, entro il 2014, queste persone avrebbero potuto vivere in condizioni più dignitose.
Benvenuti nella Las Vegas dei Balcani… : qui il reportage fotografico
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