Macedonia. Un mese di proteste studentesche in difesa dell’Università

Creato il 10 gennaio 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

di Giacomo Dolzani

Continuano da oltre un mese, senza interruzioni, le proteste degli studenti e professori universitari macedoni, scesi in piazza a Skopje il 10 dicembre scorso in oltre 12.000 in quella che è la più grande serie di manifestazioni a sfondo non etnico dall’indipendenza del paese balcanico, nel 1991.
Le politiche nel campo dell’istruzione del governo conservatore del premier Nikola Gruevski, leader del Partito Democratico per l’Unità Nazionale Macedone (Vmro-Dpmne) e primo ministro dall’agosto del 2006, sono state infatti in questi anni oggetto di critiche per le riforme che, a dire di studenti e docenti hanno solo abbassato il livello di qualità del sistema universitario nazionale, rendendolo sempre meno indipendente e inducendo molti giovani a lasciare il paese per migliori orizzonti.
L’ultima decisione dell’esecutivo, la scintilla che ha dato il via questa ondata di manifestazioni, è stata quella di inserire un esame di stato per coloro che stanno per conseguire una laurea presso un istituto statale, provvedimento che a dire dell’amministrazione è utile per accertare le competenze acquisite e migliorare la qualità del servizio; per i contestatori è invece solo un nuovo ed inutile ostacolo burocratico, una norma che contribuisce ancora di più a minare l’autonomia degli atenei oltre a creare l’ennesima nicchia di corruzione.
Gli universitari ed i docenti scesi in piazza chiedono a gran voce un altro genere di riforme, che puntino a migliorare il grado di meritocrazia all’interno delle istituzioni e della pubblica amministrazione dove, a loro dire, al momento contano di più l’appartenenza politica e le tessere di partito che le competenze ed i titoli di studio.
I media macedoni, che in precedenti occasioni avevano passato sotto silenzio questo genere di proteste, ora che queste sono diventate troppo consistenti per essere ignorate hanno dato il via ad una campagna di propaganda filo governativa volta a screditare i rappresentanti degli studenti ed i professori in piazza, accusandoli di essere affiliati a partiti o a movimenti di opposizione, pubblicandone le facce sui giornali o trasmettendole evidenziate in televisione.
Ora che il testo è in via di approvazione studenti e docenti hanno inviato una lettera al Capo dello Stato, Gjorge Ivanov, membro anche lui del Vmro-Dpmne; essendo infatti l’approvazione in parlamento ormai scontata la speranza dei manifestanti è quella che il presidente, che prima di assumere questa carica è stato professore alla Facoltà di Legge di Skopje, quindi forse anche docente o collega degli stessi che oggi sono in piazza, eserciti il suo diritto di veto e blocchi questa controversa legge.

da Notizie Geopolitiche



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