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Macheda machine

Creato il 19 gennaio 2011 da Antoniogiusto
Macheda machine

Di sicuro, Federico Macheda immaginava diversamente il proprio esordio all’Olimpico. Da bambino, inseguendo il pallone, sognava di scendere in campo con la maglia biancoceleste e – come ogni attaccante che si rispetti – metterla dentro proprio al debutto. Per sua sfortuna, non è andata così: venti minuti in blucerchiato, e una sconfitta amara perché giunta quando ormai l’incontro pareva destinato a concludersi sullo 0-0.

Tutto sommato, però, «Kiko» non ha di che lamentarsi. In gol all’esordio ci è andato, ormai quasi due anni fa, e ha pure fatto gol. Si era all’Old Trafford di Manchester, 5 aprile 2009, l’United aveva appena subito il gol dell’1-2 (colpo di testa di Agbonlahor) contro l’Aston Villa e Ferguson decise di buttare nella mischia questo diciassettenne italiano reduce da un tripletta segnata contro la squadra riserve del Newcastle. Quando ormai al fischio finale mancano pochi secondi, Macheda controlla di tacco, si gira e trafigge Friedel con un imparabile destro a giro. E mentre Ferguson gongola, perché quei tre punti valgono oro, Federico si gode l’abbraccio di papà Pasquale a bordocampo e l’improvvisa notorietà: i giornali gli dedicano ampio spazio, così come le televisioni ed il web. Una settimana dopo si ripete, contro il Sunderland, deviando un tiro di Carrick.

Dei suoi gol in Premier League (l’ultimo il 13 novembre dello scorso anno, nuovamente contro l’Aston Villa) si è detto e scritto di tutto, ma la storia di Federico Macheda parte da via della Riserva Nuova, Roma Est. I primi calci al pallone nell’Atletico Prenestino, quindi il passaggio al Savio. Lo notano in molti, ma alla fine la spunta la Lazio, che se lo assicura nel 2002: Federico ha undici anni appena, ma c’è già parecchia gente disposta a scommettere su di lui. Il primo è suo padre Pasquale, nato a Reggio Calabria ma trasferitosi a Roma appena maggiorenne, che lavora di notte pur di poter dedicare al primogenito le attenzioni necessarie per sfondare nel mondo del calcio. Agli allenamenti lo accompagna lui, prima a San Basilio e poi a Formello, ed è vicino a Federico nel momento più importante della sua vita, quando il Manchester United – che l’ha visto in azione con l’Under 17 – gli propone un triennale da 80mila euro a stagione, comprensivo di sistemazione per l’intera famiglia a Sale, nella contea della Greater Manchester. Quando sbarca in Inghilterra trova Ryan Giggs ad accoglierlo in aeroporto, e gli chiede un autografo. Dopo questa comprensibile gaffe, viene aggregato all’Under 18 con cui segna all’esordio, il 15 settembre 2007 contro il Barnsley, guadagnandosi quindi un posto nella squadra riserve a suon di gol. I primi minuti arrivano contro il Liverpool (26 febbraio 2008, Red Devils sconfitti 2-0) quando Macheda rimpiazza l’oggi celebre ma all’epoca ancora semisconosciuto Gerard Piqué.

Già, Piqué: dalla squadra riserve del Manchester United al Triplete con il Barça e la Coppa del Mondo sollevata al cielo in Sudafrica con indosso la maglia della Spagna. Seguire le sue orme, per Federico Macheda, è un sogno. Realizzabile.

Antonio Giusto

Fonte: Guerin Sportivo.it


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