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Machiavelli gabbato

Creato il 23 febbraio 2011 da Bruno Corino @CorinoBruno

Machiavelli gabbato
Leggiamo come l’inventore del machiavellismo viene gabbato da una vecchia.

Lettera di Niccolò Machiavelli a Luigi Guicciardini (8 dicembre 1509)

Affogaggine, Luigi; et guarda quanto la fortuna in una medesima faccenda dà ad li huomini diversi fini. Voi, fottuto che voi havesti colei, vi è venuta voglia di fotterla et ne volete un’altra presa; ma io, stato fui qua parecchi dì, accecando per carestia di matrimonio, trovai una vechia che m’imbucatava camicie, che sta in casa che è meza sotterra, né vi si vede lume se non per l’uscio. Et passando io un dì di quivi, la mi riconobbe et, factomi gran festa, mi disse che io fussi contento andar un poco in casa, che mi voleva mostrare certe camicie belle se io le volevo comperare. Onde io, nuovo cazzo, me lo credetti, et, giunto là, vidi al barlume una donna con uno asciugatoio tra in sul capo et in sul viso che faceva el vergognoso, et stava rimessa in un canto. Questa vechia ribalda mi prese per mano et menatomi ad colei dixe: «Questa è la camicia che io vi voglio vendere, ma voglio la proviate prima et poi la pagherete». Io, come peritoso che io sono, mi sbigottì tucto; pure, rimasto solo con colei e al buio (perché la vecchia si uscì subito di casa et serrò l’uscio), la fotte’ un colpo; et benché io le trovassi le coscie vize et la fica umida et che le putissi un poco el fiato, nondimeno, tanto era la disperata foia che io havevo che la n’andò. Et facto che io l’hebbi, venendomi pure voglia di vedere questa mercantatia, tolsi un tizone di fuoco d’un focolare che v’era accesi una lucerna che vi era sopra; né prima el lume fu apreso che ‘l lume fu per cascarmi di mano. Omè! fu’ per cadere in terra morto, tanto era bructa quella femina! […].

Niccolò Machiavelli, Lettere,

Segretario della Repubblica fiorentina con l’incarico di reggere la seconda Cancelleria, nel novembre del 1509 Machiavelli è a Mantova con l’incarico di versare a Massimiliano d'Austria il tributo annuo della sua città. Il 21 novembre parte per Verona, dove deve incontrare lo stesso imperatore, non senza aver lasciato nella città lombarda una delegazione capitata dall’amico Luigi Guicciardini. Tra Machiavelli e Guicciardini, costretti a presenziare in città diverse, nasce un corrispondenza, che sfiora gli argomenti più disparati, tra cui il rapporto con le donne.


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