La
tanto strombazzata e contrastata richiesta di soppressione delle
Province, che comunque muove ormai un primo passo con l'accorpamento
delle più piccole, fa riflettere e discutere sulla struttura degli
enti locali.
Al
Sud prende sempre più corpo la proposta della costituzione di una
macroregione che dovrebbe abbracciare l'intero territorio dello
storico ex Regno delle Due Sicilie e comprendere quindi Abruzzo,
Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, più
parte dell'odierno Lazio meridionale ed orientale.
La
nascita di un'unica grande Regione meridionale servirebbe a riparare
i danni che tutto il Sud ha subito dal 1860 ad oggi. Durante i 151
anni dell'Unità d'Italia al Sud è stato tolto quello che aveva
anziché essere dato il dovuto. Le casse delle Banche meridionali
sono state svuotate, con l'emigrazione sono state tolte braccia e
intelligenze, il Sud è diventato consumatore di prodotti del nord
con relativo trasferimento di risorse finanziarie.
La
Macroregione sarebbe una risposta all'abbandono del Sud, operato
della nordica Italia unita. Una regione di circa 20milioni di
abitanti farebbe sentire il suo peso.
E'
scontato che tante sarebbero le resistenze alla nascita di questa
unica macroregione. Scomparendo le attuali esistenti regioni, si
perderebbero poteri, clientele, assessorati, consiglieri, apparati.
Ma tantissimi sarebbero i vantaggi di una gestione unitaria di tutto
il Sud.
Diminuirebbero
drasticamente le spese amministrative e gestionali. Automaticamente i
cittadini usufruirebbero di una considerevole riduzione delle tasse.
Le
attuali Regioni potrebbero diventare le Province di questa
Macroregione. Così da 35 province si passerebbe a 8. E comunque i
servizi fondamentali verrebbero distribuiti su tutto il territorio.
I
Comuni in base alla vicinanza territoriale e alle affinità storiche
e sociali potrebbero scegliere la provincia cui appartenere.
Rocco
Biondi
Magazine Cultura
La
tanto strombazzata e contrastata richiesta di soppressione delle
Province, che comunque muove ormai un primo passo con l'accorpamento
delle più piccole, fa riflettere e discutere sulla struttura degli
enti locali.
Al
Sud prende sempre più corpo la proposta della costituzione di una
macroregione che dovrebbe abbracciare l'intero territorio dello
storico ex Regno delle Due Sicilie e comprendere quindi Abruzzo,
Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, più
parte dell'odierno Lazio meridionale ed orientale.
La
nascita di un'unica grande Regione meridionale servirebbe a riparare
i danni che tutto il Sud ha subito dal 1860 ad oggi. Durante i 151
anni dell'Unità d'Italia al Sud è stato tolto quello che aveva
anziché essere dato il dovuto. Le casse delle Banche meridionali
sono state svuotate, con l'emigrazione sono state tolte braccia e
intelligenze, il Sud è diventato consumatore di prodotti del nord
con relativo trasferimento di risorse finanziarie.
La
Macroregione sarebbe una risposta all'abbandono del Sud, operato
della nordica Italia unita. Una regione di circa 20milioni di
abitanti farebbe sentire il suo peso.
E'
scontato che tante sarebbero le resistenze alla nascita di questa
unica macroregione. Scomparendo le attuali esistenti regioni, si
perderebbero poteri, clientele, assessorati, consiglieri, apparati.
Ma tantissimi sarebbero i vantaggi di una gestione unitaria di tutto
il Sud.
Diminuirebbero
drasticamente le spese amministrative e gestionali. Automaticamente i
cittadini usufruirebbero di una considerevole riduzione delle tasse.
Le
attuali Regioni potrebbero diventare le Province di questa
Macroregione. Così da 35 province si passerebbe a 8. E comunque i
servizi fondamentali verrebbero distribuiti su tutto il territorio.
I
Comuni in base alla vicinanza territoriale e alle affinità storiche
e sociali potrebbero scegliere la provincia cui appartenere.
Rocco
Biondi
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