Accanto ad una situazione politica instabile, perché da qualche anno a questa parte è un garbuglio d'interessi decisamente poco chiari e di cui, peraltro, si sa anche molto poco, nel giro di soli cinque anni il tasso di povertà del Madagascar è cresciuto dell'8%, arrivando ai livelli più alti mai raggiunti nella storia del Paese.
I dati sono quelli forniti dal locale Istituto Nazionale di Statistica, che ha effettuato un'indagine a campione su diverse famiglie appartenenti a ceti sociali differenti.
Dall'analisi emerge che se nel 2005 il tasso di povertà complessivo registrato era del 68,7%, nel 2010 è stato invece del 76,5%, una cifra , a dire il vero,molto elevata.
Inoltre nella zona sud-orientale della provincia di Fianarantso si raggiungono tassi di povertà anche superiori.
Lì gli abitanti, quasi il 90%, vivono di certo sotto la soglia di povertà.
L'unica percentuale più bassa di tutto il Paese è stata rilevata nella capitale, Antananarivo, dove si attesta intorno al 66%.
L'interrogativo irrisolto, nel Madagascar come in altre realtà del Sud del mondo similari ,è la grande disparità sociale.
Infatti, nell'isola, il 20% delle famiglie più ricche possiede il 47% della ricchezza totale.
Mentre per gli altri ci sono ovviamente le briciole.
E il tutto, per di più, in un contesto dove la bellezza di luoghi lussureggianti e incontaminati e la presenza di specie endemiche rare e protette, invece d'essere una valida risorsa, fanno a" pugni" con le pance vuote.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)